Primo via libera della Camera alla proroga delle missioni internazionali e alle nuove operazioni per il 2025. Nel complesso sono in corso 39 operazioni e missioni internazionali (17 prorogate contro le 36 dell’anno precedente), per una consistenza media di 7.750 unità, un contingente massimo autorizzato pari a 12.100 unità e un onere finanziario complessivo di 1,48 miliardi, con ripartizione su due anni: 980 milioni nel 2025 e 500 nel 2026.
Ecco alcune delle missioni approvate, tra prorogate e nuove.
Il contingente di forze ad alta e altissima prontezza operativa
Il Governo – e questo è una novità – ha richiesto l’autorizzazione a costituire un contingente di forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare, con una procedura accelerata, al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza. Una volta che l’individuazione di queste forze è stata autorizzata dal Parlamento, il loro effettivo impiego, al momento del verificarsi della crisi o dell’emergenza, va comunque deliberato dal Consiglio dei ministri, previa comunicazione al Presidente della Repubblica. La deliberazione è trasmessa alle Camere, le quali, entro cinque giorni, con appositi atti di indirizzo, secondo i rispettivi regolamenti, ne autorizzano l’impiego o ne negano l’autorizzazione. Entro novanta giorni dall’approvazione degli atti di indirizzo di autorizzazione, il Governo riferisce alle Camere sul permanere delle situazioni di crisi o di emergenza che hanno determinato l’effettivo impiego delle forze. Questo contingente potrà essere utilizzato anche per alimentare il contingente nazionale nell’ambito delle Forze di reazione alleate della Nato (Allied Reaction Forces, ARF). Queste ultime sono una forza multinazionale altamente reattiva e versatile, pronta a intervenire in qualsiasi momento per proteggere gli interessi degli alleati e garantire la stabilità nella regione euro-atlantica. «Lo scenario – ha ricordato il capo di stato maggiore, generale Luciano Portolano, in audizione a fine marzo davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato – ha ridato improvvisamente centralità alla difesa e alla prontezza e deterrenza. Le nostre forze armate devono saper difendere l’Italia, la pace e la democrazia, gli spazi euromediterranei in ogni momento. Abbiamo bisogno di uno strumento militare che sia un baluardo credibile di difesa agile e adattivo. Il nostro intendimento è perseguirlo in modo corale».
L’addestramento sul territorio nazionale del personale delle Forze Armate ucraine
Ottiene il primo via libera la proroga fino 31 dicembre 2025 della missione di addestramento militare EUMAM Ucraina (European Union Military Assistance Mission). La missione è stata istituita dal Consiglio Ue il 17 ottobre 2022, rispondendo alla richiesta di sostegno da parte delle autorità ucraine nel settore dell’addestramento militare. L’obiettivo è contribuire al rafforzamento della capacità militare delle forze armate, per consentire all’Ucraina di difendere la propria integrità territoriale e proteggere i civili. Per conseguire i suoi obiettivi, la missione fornisce formazione individuale e collettiva al personale delle forze armate ucraine, ai livelli di base, avanzato e specializzato; formazione specializzata al personale delle forze armate ucraine; formazione alle forze di difesa territoriale; coordinamento delle attività di formazione delle forze armate ucraine condotte in via bilaterale dagli Stati membri. L’Italia contribuisce alla missione attraverso specifici moduli addestrativi condotti sul territorio nazionale a beneficio di personale delle Forze Armate ucraine. Il termine di scadenza della missione è, al momento, fissato al 15 novembre 2026.
Il Libano e l’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi
L’escalation della conflittualità tra Israele e Hezbollah minaccia di coinvolgere pienamente il Libano, già destabilizzato da una grave crisi economica, sociale e politica. L’estensione delle ostilità propagatesi dalla “Linea Blu” ad ampie zone del territorio libanese rischiano di aggravare la già complessa situazione. Il quadro è reso ulteriormente complicato dalla difficile gestione e dal rischio di radicalizzazione dei rifugiati siriani aggravano il rischio di radicalizzazione, rilevante fattore di instabilità regionale e internazionale, con riflessi sul piano migratorio e della sicurezza degli stessi Paesi europei. La Camera ha approvato la proroga dell’impiego di un dispositivo militare nell’area del Libano e del Mediterraneo orientale. Essa riguarda l’operazione “United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL)” e l’operazione “Missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi (MIBIL)”. C’è poi una terza missione che viene prorogata: l’operazione “Missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (MIADIT)”. La consistenza massima del contingente nazionale complessivamente impiegato nelle tre missioni è pari a 1.650 unità, 376 mezzi terrestri, 1 mezzo navale e 5 mezzi aerei. Il fabbisogno finanziario per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2025 è di euro 177.640.912 di cui euro 46.289.000 per obbligazioni esigibili nel 2026. Va ricordato che nel 2024, l’Italia partecipava a Unifil con una consistenza massima del contingente nazionale impiegato fissata in 1.292 unità, 375 mezzi terrestri, 7 mezzi aerei e 1 mezzo navale; per Mibil invece la consistenza massima del contingente nazionale impiegato nella missione era fissata a 105 unità. Per Miadit, infine, era previsto un contingente massimo di 39 unità.