Quello di oggi a Anchorage, in Alaska, è il settimo incontro faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin, e il primo nel secondo mandato di Trump alla Casa Bianca. Il New York Times ha tracciato una cronologia delle relazioni e dei precedenti incontri tra il presidente Usa e il leader russo nel corso degli anni.
Miss Universo a Mosca
Nel 2007, dopo che la rivista Time aveva scelto Putin come “Uomo dell’anno”, Trump gli scrisse una lettera di congratulazioni. «Come probabilmente avrai sentito, sono un tuo grande fan!», scrisse il tycoon. Sei anni dopo, Trump portò il concorso di Miss Universo a Mosca. Mesi prima del concorso, di cui all’epoca era proprietario, si chiese sui social media se Putin avrebbe partecipato e, in tal caso, «diventerà il mio nuovo migliore amico?». Putin non partecipò all’evento.
Scambio di complimenti
In seguito, subito dopo avere annunciato formalmente la sua candidatura alla Casa Bianca nel 2015, Trump a luglio di quell’anno dichiarò ai giornalisti che «avrebbe avuto un ottimo rapporto con Vladimir Putin». Lo scambio di complimenti continuò, quando Putin definì Trump «un uomo molto brillante e di talento», e il tycoon replicò che quell’elogio era un «grande onore».
La marcia indietro
Nel luglio 2016, tuttavia, Trump sembrò fare marcia indietro dopo avere ripetutamente affermato per anni di avere un rapporto personale col leader russo. «Ha detto una cosa carina su di me. Ha detto che sono un genio. Ho ringraziato di cuore e la storia è finita lì. Non ho mai incontrato Putin», disse all’epoca. Sempre nel 2016, durante l’ultimo dibattito presidenziale, Hillary Clinton suggerì che Trump sarebbe stato il «burattino» di Putin, ma il tycoon respinse al mittente l’ipotesi. Ma i dubbi sui legami di Trump con la Russia non si risolsero e, dopo il suo insediamento nel gennaio 2017, il ruolo della Russia nelle elezioni statunitensi dominò a lungo il dibattito politico negli Stati Uniti
L’intelligence Usa
Una valutazione dell’intelligence Usa, resa pubblica quel mese, concluse che Putin aveva ordinato un’operazione per interferire nelle elezioni americane nel tentativo di «minare la fiducia dell’opinione pubblica nel processo democratico statunitense, denigrare la Segretaria Clinton e danneggiarne l’eleggibilità e la potenziale presidenza». La Russia, secondo la valutazione, aveva «sviluppato una netta preferenza» per Trump. Il tycoon negò ogni illecito e attaccò l’indagine.








