Un piano per gettare le basi di quello che potrebbe diventare il primo polo termale europeo. È quello presentato da Federalberghi Veneto e Confindustria Veneto ad Abano Terme, polo del termalismo nel cuore del Bacino termale Euganeo che non è ancora riuscito a recuperare le presenze provenienti dall’estero rispetto al periodo pre covid. Rispetto al 2019 manca quasi un quinto delle presenze e il 13,5% tra il 2023 e il 2024. In altre parole c’è da recuperare una importante quota di arrivi dall’estero. Contemporaneamente si registra un incoraggiante ritorno dell’interesse verso le cure termali a carattere sanitario, che confermano il valore terapeutico riconosciuto dell’area euganea.
In questo scenario nasce «Nuove prospettive per il termalismo euganeo», documento che vuole scrivere una roadmap sulle prospettive future del settore coinvolgendo tutti i protagonisti perché, secondo uno studio dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, presentato da Paolo Bulleri. dirigente dell’Istituto nazionale ricerche turistiche e culturali – ha evidenziato come oltre il 7% dei viaggiatori italiani e stranieri scelga l’Italia per motivi legati al benessere, generando 17,3 milioni di presenze e un impatto economico stimato in 1,4 miliardi di euro. Tuttavia, il comparto della salute appare ancora sottodimensionato rispetto al suo potenziale, a causa della contrazione delle vacanze lunghe, la permanenza media è calata a 3,3 giorni, delle restrizioni sanitarie e della crescente concorrenza estera. Bulleri ricorda come «Investire nella valorizzazione dell’esperienza termale, dalla qualità dei servizi ad un’offerta complementare in termini di esperienze culturali ed eno-gastronomiche che valorizzino il territorio, sia la chiave per rafforzare ulteriormente un comparto che genera valore economico e sociale in modo duraturo».
Il turismo qui gioca un ruolo chiave perché una indagine di Unioncamere Veneto realizzata nell’autunno-inverno 2024 evidenzia il profilo dell’ospite che sceglie il distretto veneto: ha una medio-alta capacità di spesa pari a circa 200 euro al giorno pro capite sul territorio esclusi viaggio e alloggio e un altissimo tasso di fidelizzazione, pari al 70%. Il gradimento complessivo sull’esperienza turistica è molto elevato, con un punteggio medio di 8,7 su 10 che diventa 8,8 ad Abano Terme. Tuttavia, per mantenere questi standard, è necessario investire costantemente nella qualità dei servizi SPA e benessere, soprattutto per una clientela nazionale sempre più attenta al rapporto qualità-prezzo.
Cosa prevede il piano di rilancio
Da qui il piano di rilancio elaborato da Federalberghi Veneto e Confindustria Veneto e presentato ad autorità locali, interlocutori politici e imprenditori del territorio. Tra questi Roberto Marcato, Assessore all’Artigianato, Commercio, Acque minerali e termali della Regione del Veneto, e Federico Caner, Assessore ai Fondi UE e al Turismo della Regione del Veneto. Il piano prevede un’agenda strategica articolata e concreta per rilanciare il comparto termale euganeo, ponendo al centro la revisione normativa e la necessità di una nuova programmazione regionale e nazionale. In particolare Caner ha sottolineato: «Se vogliamo fare del Veneto la regione leader in Europa per il turismo del benessere, serve coraggio, progettualità e una visione integrata». «Siamo i primi in Italia a immaginare un futuro energetico per le acque termali, nel pieno rispetto della loro vocazione terapeutica» ha aggiunto Marcato.
Così il position paper propone l’attivazione di un tavolo di partenariato stabile per aggiornare il quadro legislativo, inclusa la Legge Quadro sul termalismo (Legge 323/2000), e per integrare gli usi terapeutici, ambientali ed energetici delle risorse idrotermali nel PURT (Piano di Utilizzo della Risorsa Termale). Un secondo ambito prioritario è l’innovazione del prodotto turistico e la specializzazione dell’offerta: vengono proposte nuove linee di sviluppo legate al medical wellness, alla prevenzione, alla salute femminile, all’attività sportiva e alla terza età, con una forte spinta alla sinergia tra il mondo termale, i Colli Euganei, l’agricoltura biologica, l’artigianato locale e la cultura del territorio, per dare vita a esperienze autentiche e integrate. Un terzo fronte è quello della governance e della promozione: il paper suggerisce la costituzione di una Fondazione di partecipazione che agisca da cabina di regia del turismo termale, promuovendo un piano di marketing triennale fondato su cluster tematici incentrati su salute, attività fisica, famiglia, cultura e sostenibilità ambientale. Sul piano dell’innovazione tecnologica, il documento valorizza le opportunità offerte dal bando PR FESR «Smart tourism destination», evidenziando il ruolo chiave della digitalizzazione nella promozione dell’offerta e nella gestione dei flussi turistici, attraverso strumenti come il Destination management system regionale per il booking, la realtà aumentata, lo storytelling digitale e i podcast.