L’amministrazione Trump ha chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare il blocco temporaneo sulle espulsioni di migranti venezuelani accusati di appartenere all’organizzazione criminale Tren de Aragua. Le deportazioni erano state sospese ieri su ordine del tribunale, che ha accolto un ricorso d’emergenza presentato dall’Unione per le Libertà Civili (Aclu), denunciando l’uso improprio dell’Alien Enemies Act (“Legge sui Nemici Stranieri”), una norma risalente al 18° secolo.
Il procuratore generale John Sauer, in rappresentanza del governo, ha depositato una memoria in cui contesta la legittimità del ricorso diretto alla Corte Suprema, sostenendo che le istanze giudiziarie inferiori non hanno ancora esaminato i fatti chiave del caso. Sauer ha anche chiesto chiarimenti sulla possibilità di utilizzare strumenti legali alternativi per procedere comunque alle espulsioni. L’ordine della Corte interessa in particolare i detenuti del centro di Bluebonnet, in Texas, molti dei quali – secondo Aclu – stavano per essere imbarcati su autobus verso l’aeroporto per un’espulsione immediata.
L’amministrazione Trump sostiene di poter applicare l’Alien Enemies Act, invocato solo tre volte nella storia degli Stati Uniti, per giustificare la rimozione senza garanzie legali dei presunti affiliati al gruppo criminale venezuelano.
