Non è una operazione per chiudere una città: «Non è una caserma, non c’è un numero chiuso. Stiamo cercando di rendere prenotabile una città».
Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, presenta a Palazzo Grazioli, nella nuova sede dell’Associazione Stampa Estera, l’iniziativa sperimentale del contributo di accesso per entrare nel centro storico. «Credo che, se troviamo una chiave giusta, possa diventare uno schema su cui possono lavorare altre città nel mondo, nei luoghi più simbolici e delicati per rendere vivibili e utilizzabili con gentilezza e con rispetto luoghi così importanti per tutti», aggiunge il primo cittadino che rimarca: «Non è per fare cassa, è una sperimentazione di poche giornate. Il primo obiettivo è difendere la città e riuscire a renderla vivibile».
Il provvedimento, che prende origine dalla legge di Bilancio del 2019 (pre effetto Covid), poi aggiornata nel 2021, ha l’obiettivo di definire un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici e di disincentivare il turismo giornaliero a Venezia in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della Città. Il relativo Regolamento è scaricabile sul sito del Comune.
Il primo test è fissato per il weekend del 25 aprile. Dal 16 gennaio scorso è online la piattaforma multicanale e multilingua (inizialmente in inglese poi con implementazione con altre lingue), per il contributo. Il titolo attesterà il pagamento del contributo o la condizione di esclusione/esenzione e andrà sempre conservato.
L’importo per il 2024 sarà di 5 euro giornalieri e non sono previste riduzioni. Non vi sarà neppure l’individuazione di una soglia di presenze oltre la quale applicare una maggiorazione del contributo di accesso. Il contributo sarà applicato solo alla Città antica e non alle isole minori tra cui il Lido di Venezia (compreso Alberoni e Malamocco), Pellestrina, Murano, Burano, Torcello, Sant’Erasmo, Mazzorbo, Mazzorbetto, Vignole, S. Andrea, la Certosa, San Servolo, S. Clemente, Poveglia.