Per una curiosa coincidenza temporale martedì 9 aprile prossimo, mentre il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti illustrerà al Consiglio dei ministri il Def travolto dagli impatti sulla finanza pubblica del Superbonus, al Senato ricomincerà la pressione per derogare, allargare, modificare la nuova stretta imposta dal Governo agli incentivi edilizi con l’ultimo decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 marzo.
Alla commissione Finanze di Palazzo Madama inizieranno infatti i lavori per la conversione in legge del decreto 39/2024, su cui anche la maggioranza mostra livelli crescenti di attenzione; i temi sono molti, scanditi da chance decrescenti di rompere l’argine costruito al ministero dell’Economia su un provvedimento che almeno nelle premesse parte blindato.
Regime disomogeneo per le zone terremotate
La graduatoria si può aprire con la questione delle deroghe per le zone terremotate. Un paio di giorni di braccio di ferro tra l’approvazione in consiglio dei ministri e la pubblicazione del testo in Gazzetta hanno aperto lo spazio alla norma che mantiene sconti e cessioni, con un tetto preventivo di spesa a 400 milioni di euro, per i Comuni colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016. Dall’ombrello sono però rimaste escluse quattro aree investite da altri sismi. A Ischia il sisma è dell’agosto 2017, e secondo i primi calcoli il fabbisogno per applicare anche sull’isola la norma speciale riservata al Centro Italia costerebbe 40 milioni.
Qualche giorno fa il presidente dell’Emilia-Romagna ha tuonato contro l’esclusione della sua regione: la ricostruzione delle aree del terremoto 2012 è quasi completata, ma in coda resterebbero circa 300 pratiche per un costo complessivo da 20 milioni. In Molise (terremoto 2018) il commissario straordinario Francesco Roberti, presidente della Regione di Forza Italia, avrebbe invece bisogno di 18 milioni. Il conto complessivo da 80 milioni è chiuso dai 2 necessari all’area dell’Etna per il sisma del dicembre 2018.
Nodo Cilas e attenzione per le Onlus
Molto più consistente è il peso finanziario potenziale di un altro versante, quello delle Onlus che come le Rsa hanno visto cadere con il decreto il 110% con sconti in fattura e cessioni del credito, altrimenti in vigore per loro fino al 2025. «Il Governo è al lavoro per venire incontro a chi porta avanti attività non lucrative di solidarietà sociale e interesse generale di protezione dei più fragili», fa sapere la viceministra al Lavoro Maria Teresa Bellucci, che ha la delega alle politiche sociali. Anche se resta da definire come questa «attenzione» governativa potrà tradursi in misure senza troppi costi.