Di fronte a una scenario che, dal punto di vista geopolitico, delinea minacce alla sicurezza su più fronti, occorre aumentare il numero dei militari a disposizione. È quanto ha sottolineato il Capo di Stato Maggiore, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, intervenuto in audizione informale presso le commissioni Difesa e Esteri di Camera e Senato.
«Anche il terrorismo ha rialzato la testa nei giorni scorsi con il vile attentato a Mosca contro persone inermi – ha ricordato -. Il terrore va condannato sempre e in qualunque circostanza. Lo scenario globale, già ampiamente compromesso, rischia di complicarsi ancora di più con conseguenze imprevedibili nei diversi quadranti strategici. Il nostro impegno per la stabilità internazionale, quindi, è destinato ad aumentare. Un sano esercizio di realismo deve portarci a considerare la Nato come il solo e vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia».
«Continuerò a chiedere più uomini fino a che non mi cacciano»
«Non abbiamo abbastanza uomini – ha aggiunto Cavo Dragone -. Siamo assolutamente sottodimensionati: 150mila è improponibile, 160mila che è quello che attualmente ci è stato approvato è ancora poco, e con 170mila siamo al limite della sopravvivenza. Nell’esercito abbiamo turni di impiego massacranti. Sono cambiati i tempi, sono cambiate le minacce, e il nostro impegno è sempre più massivo. Vogliamo una difesa europea, e questo ci richiederà tanto. Ho fatto richiesta per avere più uomini. Continuerò a chiedere piu uomini fino a che non mi cacciano». L’intervento del Capo di Stato Maggiore è stato nell’ambito dell’esame della Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al 2023, anche al fine della relativa proroga per il 2024.
Ucraina: difesa fianco est Nato è priorità
Pee quanto riguarda la crisi in Ucraina, l’ammiraglio ha ricordato che «un sano esercizio di realismo ci deve portare a considerare la Nato come il solo e vero scudo di cui disponiamo per difendere la libertà e la democrazia. Il fianco est dell’Alleanza è una priorità – ha aggiunto – e la prima lezione da trarre dalla guerra in Ucraina è che la difesa della libertà è doverosa, necessaria e riguarda tutti. C’è un Paese che combatte per la sua e per la nostra libertà di poter scegliere il proprio futuro».
Aspides missione prettamente difensiva
Cavo Dragone ha parlato della nuova missione nel Mar Rosso. «Aspides – ha spiegato – è una missione voluta dall’Unione europea, anche in maniera veloce, anche sulla scia della guerra in Ucraina. La geopolitica cambia: oggi gli Houthi sono una minaccia. La missione è prettamente difensiva: si reagisce per autodifesa o per difesa dei convogli di cui dobbiamo garantire la sicurezza».