Un lungo appaluso ha accolto l’ingresso del presidente della Repubblica nell’auditorium del Maggio Musicale Fiorentino dove oggi si celebra l’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università di Firenze e l’inizio dei festeggiamenti per il centenario dell’Ateneo.
“La magnifica rettrice ci ha illustrato l’importanza di questa ricorrenza, dei cento anni. Si tratta dell’ultimo tratto, di quello più recente, della storia accademica di Firenze che nasce oltre 800 anni addietro con lo Studium che si è sviluppata nei secoli in forme differenti. La rettrice ci ha dato conto dello stato di attività e della vita dell’ateneo e dello stato di eccellenza. La rettrice ha ricordati alcuni docenti illustri. Ricordare Pietro Calamandrei e Giorgio La Pira, mi ha fatto pensare al grande rigore costituzionale di Calamandrei e alla visione non illusoria ma profetica di La Pira”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo all’inaugurazione.
“Siamo emozionati di questa visita del presidente Mattarella che in questi dieci anni ci ha onorato della sua presenza molte volte, nei momenti più salienti della vita della città”, il Presidente “sa che Firenze è sempre stata con lui e sempre starà con lui”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha sottolineato “il legame profondo” che si è creato con il Capo dello Stato.
“Sono molto orgogliosa: questa è un’ulteriore dimostrazione del Capo dello Stato della volontà di affermare l’importanza del sistema universitario, e questo non può che inorgoglirci e lo ringrazierò per questo”. A dirlo è la rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci, commentando la presenza quest’oggi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 al teatro del Maggio musicale fiorentino. Con la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, sottolinea Petrucci “stiamo lavorando, è una persona molto attenta ai bisogni dell’università e del sistema universitario. Credo che ci possano tanti temi su cui poter lavorare in futuro, quello che il ministro già sa è che per l’università bisogna avere attenzione, risorse anche perché è il motore dell’innovazione del Paese.
La ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini,
“Stiamo utilizzando i fondi del Pnrr da qui al 2026 per darci una prospettiva di crescita. Risorse importanti che se non finalizzate potrebbero essere disperse. Penso su tutto al tema degli alloggi: entro il 2026 dobbiamo realizzare 60mila posti letto per studenti, un numero molto ambizioso”.
“C’è già stato uno sforzo molto importante da parte di tutti – ha aggiunto Bernini – Abbiamo chiesto collaborazione e l’abbiamo ottenuta dagli enti locali. Abbiamo messo tutte le nostre forze a disposizione per ottenere il risultato migliore possibile nel minor tempo possibile. Cambiare metodo per noi è essenziale perché i posti letto al momento disponibili non sono sufficienti e quindi dobbiamo mettere insieme diversi strumenti: Pnrr e suoi finanziamenti; i finanziamenti delle Università con la norma 338 per creare studentati; e naturalmente la collaborazione del Demanio, che ci aiuta a identificare quei luoghi nelle città abbandonati che possono essere riempiti di studenti per tornare alla loro naturale vocazione. Per questo abbiamo coinvolto tutto il governo e abbiamo avuto risposte positive da tutti coloro a cui abbiamo chiesto aiuto”.