In Sicilia aumenta la raccolta differenziata dei rifiuti e crescono a dismisura i costi per il conferimento in discarica della spazzatura indifferenziata. Un paradosso secondo l’Anci Sicilia che sul tema ha presentato un corposo dossier in cui vengono approfonditi diversi aspetti di un settore perennemente in bilico tra normalità ed emergenza: il sistema è così fragile che basta poco per mandarlo in tilt.
In Sicilia tariffe doppie o triple rispetto al resto d’Italia
Non solo. L’associazione dei comuni ha anche presentato un ricorso all’Antitrust nel quale fanno notare che la tariffa per il conferimento in discarica è passata dai 112 euro per tonnellata del 2014 ai 380 euro per tonnellata del 2023 e c’è chi parla addirittura di 450 euro a tonnellata. Secondo i dati dell’Anci Sicilia, in Piemonte la tariffa media per conferire i rifiuti in discarica va dai 90 ai 120 euro, in Sardegna è di 97 euro, in Toscana si aggira attorno ai 150 euro.
Il ricorso dei Comuni all’Antitrust
Sotto accusa (e chiamata in causa nel ricorso all’Antitrust), in particolare, c’è la Sicula Trasporti, azienda catanese i cui impianti sono utilizzati da oltre 170 comuni dell’Isola (il 43% dei 391 comuni siciliani), ma l’obiettivo generale è di verificare «se vi sia da parte degli operatori un abuso di posizione dominante. Il ricorso serve anche a comprendere quali siano le ragioni dei costi eccessivi che gravano sul sistema dei rifiuti in Sicilia e come si possa intervenire in maniera efficace per evitare l’impatto negativo sui bilanci comunali, sulle tasche dei cittadini e sull’economia dell’Isola».
Amenta (Anci Sicilia): «Manca ancora il piano rifiuti»
Quello dell’Anci è un modo per dare un segnale in una situazione che sta diventando anche finanziariamente insostenibile: «A tutt’oggi la Sicilia è priva di un piano regionale per i rifiuti – dice il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta – e al momento numerosi comuni si trovano a fare i conti con un vero e proprio buco di bilancio causati dall’annullamento del decreto regionale che erogava per gli anni 2022 e 2023 i famosi 45 milioni per gli extra costi nel settore dei rifiuti. Sulla legittimità dei costi che vengono praticati dai gestori delle discariche in Sicilia dovrebbe forse vigilare maggiormente la Regione Siciliana, ma essendo mancato un adeguato controllo abbiamo dovuto presentare il ricorso all’Antitrust che ci farà capire se il prezzo praticato è congruo o meno».
Discariche in bilico e rischio emergenza
Il raffronto con le tariffe praticate in altre regioni italiane fanno ritenere che il prezzo non sia affatto congruo, almeno secondo l’Anci che sul punto ha avuto anche un “botta e risposta” con l’assessore regionale all’Energia Roberto di Mauro. La situazione, comunque, è precaria: qualche giorno fa è stato chiuso Trapani Servizi ha sospeso il trattamento dei rifiuti indifferenziati in discarica e per evitare l’emergenza la Regione ha dirottato i rifiuti solidi di 39 Comuni della Sicilia occidentale in due discariche dell’Isola che hanno confermato la loro disponibilità al conferimento. Il decreto del dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti, firmato dal dirigente generale Calogero Burgio, ha stabilito che circa 159 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati vengano trasferiti all’impianto di Tmb di Catania, gestito dalla Sicula Trasporti, mentre circa 66 tonnellate vengano trattate a Bellolampo, la discarica di Bellolampo a Palermo gestita dalla Rap. E anche qui, a Palermo, la situazione è alquanto precaria: la settima vasca, incompleta, è quasi satura: se le condizioni non cambiano nel giro di quattro mesi potrebbe raggiungere il limite mandando in tilt la raccolta nel capoluogo siciliano. L’emergenza, in pratica, arriverebbe in piena estate. «La Regione – ha spiegato il presidente della Rap Giuseppe Todaro – ci ha assicurato che entro questo periodo sarà consegnata la restate parte della settima vasca di conferimento. Da ciò che emerge dalle riunioni, la ditta che si sta occupando dei lavori è in linea con i tempi».