Il cinquantesimo compleanno del vino che ha segnato il Rinascimento dell’enologia italiana, il Tignanello dei Marchesi Antinori uscito per la prima volta sul mercato nel 1974, porta un regalo assai gradito al Comune di Firenze. In occasione della ricorrenza il gruppo vinicolo fiorentino, in attività dal 1385, ha deciso di contribuire al progetto di conservazione e restauro di uno dei monumenti simbolo della città, il Ponte Vecchio, attraverso l’Art Bonus. Antinori donerà 1 milione di euro, pari al 50% del costo complessivo dell’intervento.
Il progetto messo a punto dal Comune prevede il restauro dei prospetti, arcate, piloni, parapetti, rostri – per eliminare macchie, alghe, incrostazioni – e il recupero della pavimentazione di uno dei ponti più famosi al mondo, ultimato nel 1345, “risparmiato” dai bombardamenti nazifascisti nel 1944, fortemente danneggiato dall’alluvione del 1966 e oggi bisognoso di maquillage (non ha problemi di tipo strutturale).
«Questa operazione legherà per sempre due simboli internazionali – ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, presentando l’operazione in Palazzo Vecchio – e consoliderà il rapporto tra le grandi famiglie della città e il patrimonio storico-artistico. Il Tignanello ha prodotto una rivoluzione in Italia e nel mondo, e sta al mondo del vino come la Cupola del Brunelleschi sta all’architettura».
Piero Antinori, presente in Palazzo Vecchio con le figlie Albiera, Allegra e Alessia e con l’amministratore delegato Renzo Cotarella, si è detto emozionato e onorato: «Noi siamo debitori di questa città – ha spiegato – e vogliamo restituire a Firenze una parte di ciò che ci ha dato nei secoli. Noi non saremo, anche come azienda, quello che siamo oggi, se non avessimo avuto la fortuna di operare a Firenze. Essere fiorentini dà un valore aggiunto, e anche una marcia in più dal punto di vista commerciale: quando nel mondo mi chiedono da dove vengo e dico “da Firenze”, la mia credibilità e autorevolezza aumenta automaticamente».
I lavori di restauro saranno realizzati in tre fasi: nel prossimo autunno si interverrà sulla pavimentazione (senza chiudere il Ponte Vecchio); nell’estate 2025 e nell’estate 2026 si opererà dall’Arno col cantiere montato su chiatte per ripulire piloni, prospetti e spallette.