«La grande missione del futuro mercato unico dell’Ue non sarà solo quella di garantire la mobilità tra Paesi membri ma di completare l’integrazione sui mercati finanziari per essere in grado di finanziare le tre grandi sfide del futuro: la transizione, l’allargamento e la difesa». Lo ha sottolineato l’ex premier e presidente dell’istituto Delors, Enrico Letta, che ha tenuto l’intervento di apertura del nono Forum sulla politica di coesione in corso a Bruxelles. Collegato in video, Letta parlava da Madrid dove stamattina ha incontrato il premier spagnolo, Pedro Sanchez, per discutere del rapporto sul futuro mercato interno europeo che Letta presentarà al Consiglio europeo il 17 aprile. Letta ha insistito sul ruolo centrale della politica di coesione nel futuro dell’Unione, tanto è intrensicamente legata al mercato unico, con cui non a caso condivide la data di nascita nella storia dell’integrazione europea. Ma ciò pone alcune questioni.
«Fermare questa narrazione»
«Il prossimo allargamento dell’Unione sarà una sfida dal punto di vista politico ed economico, ma è una missione e un dovere» ha detto l’ex primo ministro italiano. «Se non saremo in grado di creare quella che io chiamo “Unione degli investimenti” forte e integrata per avere risorse sufficienti finanziare le future necessità, allora nell’Unione europea si inizierà a pensare che queste priorità saranno pagate dagli attuali fondi di coesione o altri programmi. Dobbiamo fermare questa narrazione».
Tanti appetiti sui fondi strutturali
In pratica, secondo Letta non si potrà continuare a considerare la politica di coesione, che al pari di quella agricola vale un terzo del bilancio comune europeo, come un gruzzolo a cui attingere in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa – snaturandone la sua caratteeristica territoriale, per qualsiasi esigenza dell’Unione. E’ accaduto per il Covid, per la crisi energetica e per accogliere i profughi ucraini. Ma non basta. Sulle risorse della coesione vorrebbero poter contare in tanti per finanziare politiche non di territorio ma centralizzate. Questo emerge con evidenza anche dai documenti ufficiali delle istituzioni europee, dal regolamento Step, la piattaforma per le tecnolgie strategiche, alla direttiva per le case green, alla proposta presentata a marzo nel tentativo di spingere le industrie europee della difesa a lavorare insieme e rendere meno difficle la realizzazione di una difesa comune.
Se queste sono le premesse, la missione di Letta – che al forum ha elogiato con convinzione il ruolo della politica di coesione – non si preannuncia semplicissima.