I medici tirocinanti sudcoreani hanno abbandonato collettivamente il lavoro martedì 20 febbraio per intensificare la protesta contro la politica sanitaria del governo. Motivo: Seul punta ad allargare le maglie del numero chiuso per l’accesso alla professione. L’agitazione sta provocando la cancellazione di interventi chirurgici e altri trattamenti medici negli ospedali. Il ministero della Salute li ha esortati a tornare immediatamente al lavoro, dicendo che non devono mettere in pericolo la vita dei pazienti per combattere il governo.
A partire da lunedì sera, è stato confermato che più della metà dei 13mila medici in formazione in Corea del Sud ha aderito alla protesta contro la spinta del governo ad aumentare il numero di studenti di medicina. Secondo i dati del ministero della Salute, 1.630 di loro hanno lasciato il posto di lavoro. Si prevede che altri medici in formazione seguiranno l’esempio. In base a una decisione presa la scorsa settimana dalla loro associazione, i medici specializzandi dei cinque principali ospedali del Paese avrebbero dovuto scioperare collettivamente martedì.
Al centro della controversia c’è il recente annuncio del governo di voler aumentare di 2mila unità le ammissioni alle scuole di medicina a partire dal prossimo anno. Il governo sostiene che è urgente avere più medici per far fronte a quella che definisce una carenza del sistema sanitario, dato il rapido invecchiamento della popolazione del Paese.
Ma il piano ha scatenato una forte reazione da parte di molti medici che sostengono che le 2mila nuove ammissioni sono troppe per essere gestite dalle scuole di medicina e che le risorse devono essere utilizzate per risolvere prima altri problemi. Secondo i medici, la produzione di un numero eccessivo di medici porterebbe anche a trattamenti medici non necessari a causa dell’aumento della concorrenza. Ma i loro critici sostengono che i medici temono soprattutto che il loro reddito diminuisca, se ci sono più medici.
La maggior parte dei 13mila medici in formazione lavora in 100 ospedali della Corea del Sud, assistendo i medici più anziani durante gli interventi chirurgici e curando i pazienti. Secondo gli osservatori, se il loro sciopero si prolungasse o se vi aderissero anche i medici più anziani, ciò potrebbe provocare disagi all’intero sistema sanitario della Corea del Sud. Il Paese vanta un totale di 140mila medici. L’Associazione medica coreana ha dichiarato lunedì che intende organizzare manifestazioni per sostenere l’azione collettiva dei medici in formazione, ma non ha deciso se lanciare scioperi. All’Asan Medical Center di Seoul, un’infermiera ha dichiarato che non è chiaro per quanto tempo i medici anziani potranno eseguire esclusivamente interventi chirurgici e altri trattamenti senza l’assistenza di medici tirocinanti.