Picchi da 300 millimetri di pioggia in 48 ore hanno causato l’esondazione di 21 fiumi e allagamenti diffusi in 37 comuni delle province di Forlì-Cesena e Ravenna a maggio scorso, con danni per circa nove miliardi di euro per il territorio. L’alluvione in Emilia Romagna è stato solo uno dei fenomeni climatici estremi del 2023 : il 24 luglio Siracusa ha toccato la temperatura di 47° C mentre solo una manciata di ore dopo a Pordenone è caduto il chicco di grandine più grande mai rilevato nel continente. Nella stessa notte, intorno alle 4, la provincia di Milano è stata flagellata da venti oltre i 100 km orari e piogge torrenziali.
A registrare la crescita degli eventi estremi sono i dati 3bmeteo elaborati dall’ufficio studi del Sole 24 Ore: dall’analisi delle rilevazioni climatiche in 112 città capoluogo emerge la media mobile degli indicatori meteorologici per macro-area e il suo trend dal 2010 al 2023. «Per avere dei riscontri scientifici servirebbero più anni. Ma la serie temporale decennale offre già numerose indicazioni sulle variazioni in corso negli ultimi anni», afferma Alessandro Conigliaro di 3bmeteo.
Il caldo estremo
Innanzitutto negli ultimi tredici anni l’innalzamento delle temperature ha fatto lievitare le ondate di calore – che si definiscono tali quando per almeno tre giorni di fila la temperatura supera i 30 gradi – e i picchi di caldo estremo, cioè gli sforamenti oltre i 35 gradi percepiti nei periodi estivi. «L’arrivo di masse d’aria subtropicali molto afose ha accentuato questi fenomeni al Nord, dove il basso tasso di ventilazione aumenta la temperatura percepita e riduce il comfort climatico delle persone», dice l’esperto di 3bmeteo.
L’anno scorso nelle città del Nord ci sono stati in media 19 giorni consecutivi oltre i 30 gradi in più rispetto al 2010 (6,4 ondate di calore da tre giorni ciascuna), per un totale di 47,4 giorni di caldo consecutivo: in pratica 15,8 ondate rispetto alle 9,4 del 2010. Così il Nord si sta progressivamente allineando ai dati delle altre regioni, dove questi fenomeni erano già più frequenti: al Centro le ondate di calore rilevate sono passate da 15,4 a 19, mentre nel Mezzogiorno l’aumento è stato di 3,5 eventi in 13 anni.
L’aumento delle temperature si traduce anche in eventi di caldo estremo sempre più marcati: le giornate in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi sono state 17,4 in più al Sud, passate da 3,2 a 20,6 all’anno; 14 in più al Centro, dove si è passati da 3,2 a 17,2 episodi; 11,7 in più al Nord, dove nel complesso le temperature sono aumentate più che nel Mezzogiorno. Qui le giornate di caldo estremo nel 2010 erano state pressoché assenti, in tutto appena 0,2 giorni in media nelle città settentrionali.