«L’Ambasciata sta monitorando le notizie secondo cui degli estremisti hanno in programma di prendere di mira grandi raduni a Mosca, tra cui i concerti, e si consiglia ai cittadini statunitensi di evitare grandi eventi nelle prossime 48 ore. Azioni da intraprendere: Evitare le folle. Seguire i media locali per gli aggiornamenti. Prestare attenzione all’ambiente circostante».
La nota del 7 marzo
Una nota stringata del 7 marzo scorso da parte dell’Ambasciata americana a Mosca aveva in qualche modo anticipato l’attentato del 22 marzo, cioè 15 giorni dopo, alla sala concerti Crocus alle porte di Mosca.
L’alert della diplomazia americana individuava le «sale concerti» come possibili obiettivi, una previsione rivelatasi fondata. L’unico “errore” riguarda i tempi, perché la nota dell’ambasciata americana lanciava l’allerta nelle successive 48 ore mentre l’attentato si è consumato 15 giorni dopo.
L’alert dopo l’attentato sventato dai servizi russi
L’avvertimento era stato lanciato alcune ore dopo che l’FSB, il successore del KGB di epoca sovietica, aveva dichiarato di aver sventato un attacco a una sinagoga di Mosca da parte di una cellula del gruppo militante musulmano sunnita dello Stato Islamico.
Il riferimento agli estremisti lascia aperte numerose possibilità sugli esecutori della strage.