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Meta e Siae si incontrano, ma un accordo sulla musica è ancora lontano

Aprile 1, 2023
nel Tecnologia
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“La licenza di Meta per i contenuti Siae è scaduta il 16 dicembre scorso e in questo momento, mentre noi ci parliamo, ci sono ancora contenuti sulla piattaforma senza licenza. E fino al giorno della rottura delle trattative, dieci giorni fa, loro hanno continuato a operare senza licenza”. Lo ha detto il presidente della Siae, Salvo Nastasi, durante l’audizione davanti alle commissioni Cultura riunite di Camera e Senato sul mancato accordo tra Meta e Siae. “Nel momento in cui quella licenza è scaduta – ha osservato Nastasi – noi ci siamo messi a tavolino per rinnovarla, ma non abbiamo avuto i dati che noi chiedevamo per poter rinnovare quell’accordo”. Dati che “sulla base della normativa europea, le piattaforme devono fornire alla controparte, in questo caso la Siae”. 

“La tutela del diritto d’autore è una nostra priorità, abbiamo accordi con tutti i principali titolari di diritti in Italia e all’estero”, ribatte Angelo Mazzetti, Responsabile degli Affari Istituzionali di Meta. L’azienda proprio ieri ha annunciato un accordo con RTI per la tutela del copyright. “Tutti questi accordi sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Copyright. Se abbiamo rimosso il catalogo Siae è proprio per rispetto della proprietà intellettuale”. E sulla trattiva interrotta bruscamente, Mazzetti offre una versione diversa: “Non abbiamo deciso di interrompere le trattative unilateralmente. La licenza è scaduta il 15 dicembre 2022, e già dallo scorso agosto abbiamo preso contatti per rinnovare l’accordo. La trattativa si è interrotta per la natura dell’importo chiesto da Siae, che inizialmente è stata di 4 volte superiore all’importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente gli stessi. Abbiamo fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentato un’offerta significativamente più alta. Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare in contro alle richieste di Siae che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310%. Non siamo disposti a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato”.

La rivendicazione di Meta si basa sul modello di business dei social network, per cui la musica non è una voce principale: effettivamente non si va su Facebook e Instagram per ascoltare musica, per quello ci sono semmai YouTube e Spotify. “I nostri ricavi derivano dalla pubblicità su una pluralità di contenuti che non contengono musica”, ricorda Mazzetti. “Non abbiamo nemmeno strumenti di monetizzazione per i formati brevi (come i Reels). Li abbiamo per i video lunghi (sopra i 60 secondi) e su quelli abbiamo proposto a Siae una condivisione dei ricavi”.

Le posizioni delle due parti sembrano dunque ancora molto lontane: “Nella trattativa con Meta noi stiamo resistendo e resisteremo, ma non possiamo resistere all’infinito. Il governo ci sta dando una mano, anche se è una trattativa tra privati, il ministro Sangiuliano è intervenuto come sono intervenuti diversi parlamentari, e questo ci fa piacere. Una risoluzione parlamentare ci potrebbe aiutare per dare più spinta al Governo a intervenire e a spingere politicamente un colosso come Meta a darci i dati e a sedersi attorno a un tavolo per le trattative”, ha osservato Nastasi. “Quando ci hanno messo con le spalle al muro, la trattativa non si è interrotta. Se Meta ci dice di sederci di nuovo al tavolo, noi ci sediamo. E speriamo, nonostante le minacce, che la trattativa proceda”. Intanto, su Facebook e Instagram, reels, foto, video rimangono senza musica.

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