• Riguardo a noi
  • DMCA
  • Politica editoriale
  • Politica Sulla Riservatezza
  • Modulo di Contatto
sabato, Aprile 1, 2023
Sole Guardiano Italy
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Home
  • News
  • Economia
  • Mondo
  • Cultura
  • Tecnologia
  • Sport
  • Home
  • News
  • Economia
  • Mondo
  • Cultura
  • Tecnologia
  • Sport
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Sole Guardiano Italy
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati

“Il mio licenziamento? Una grande occasione”. In Silicon Valley è già pronta una nuova generazione di startup

Gennaio 4, 2023
nel Tecnologia
A A
CondividereTweetCondividerePinCondividereCondividereSpedireE-mail

I licenziamenti dei colossi tecnologici del 2021 hanno portato nuova energia alle startup americane. Centinaia di ex dipendenti avrebbero creato negli ultimi mesi nuove imprese innovative. Altri sono andati a lavorare per società nate da poco ma con buone prospettive di crescita.

Altri ancora per aziende che sono cresciute tanto negli ultimi anni, come TikTok e BeReal. È quanto riportano diversi media statunitensi. Raccontando le storie e i numeri in rapida ascesa di un fenomeno emergente nella baia di San Francisco.

 

150 mila licenziati nel 2022 nei colossi tecnologici

Ogni licenziamento è un dramma. Personale, collettivo. E minimizzare quello che è accaduto nel 2022 sarebbe un errore. I numeri raccontano di oltre 150 mila i posti di lavoro ‘bruciati’ nell’anno appena concluso e solo se si guardano ai grandi protagonisti dell’economia digitale americana. Una fotografia accurata di quello che è successo l’ha fornita Layoff.fyi, uno dei più autorevoli osservatori del settore. Ma dietro i grandi numeri ci sono storie personali. Quelle di chi dal licenziamento ha saputo cogliere un’opportunità. E ce ne sarebbero più di qualcuna.

Come ad esempio quella raccontata da Reuters e che ha come protagonista Nic Szerman. Era stato assunto da Meta, la holding di Facebook, Instagram e Whatsapp, solo due mesi prima che Mark Zuckerberg annunciasse un corposo piano di licenziamenti che ha ridotto la popolazione aziendale del 13% (11 mila quelli che hanno perso il lavoro, 22 in Italia). Szerman sognava da tempo di lavorare per Meta, racconta. Uno dei posti più ambiti al mondo, e con uno stipendio impensabile altrove, nella stessa posizione: sviluppatore. Poi il taglio. Improvviso. E lui ne è stato vittima.

“Il licenziamento? Una grande opportunità”

Due giorni dopo aver ricevuto l’avviso si era già messo al lavoro per cercare finanziamenti per lanciare un progetto di impresa che aveva in mente: “Per quanto controintuitivo possa sembrare, la lettera di licenziamento mi ha lasciato in una situazione ottimale”, ha raccontato il 24enne. “Dopo due mesi di lavoro avevo assicurati altri quattro mesi di busta paga. E potevo tornare a lavorare sul progetto che avevo dovuto accantonare”.

Szerman fonda quindi Nulink, una società di pagamenti mobili basati su tecnologia blockchain. Poi ha inviato una serie di documenti e presentazioni a Y-Combiantor e al fondo Andreessen Horowitz, rispettivamente il programma di accelerazione di startup più ambito al mondo e il fondo di venture capital più di successo nella storia recente della Silicon Valley. Per ora non si sa se Nulink ha ottenuto finanziamenti, ma il momento è propizio per chi lancia una nuova azienda nell’area di San Francisco.

 

Dalla crisi dei colossi, le nuove Amazon e le nuove Meta

Szerman infatti fa parte di una nuova ondata di aspiranti imprenditori che stanno emergendo dalle ceneri delle perdite di posti di lavoro di massa viste nella Silicon Valley nella seconda metà del 2022. I venture capitalist li monitorano. Sanno che dai loro progetti, dalle loro menti, spesso giovani ma con anni di lavoro nelle aziende più importanti al mondo, possono nascere le nuove imprese. Quelle destinate a diventare le nuove Facebook, le nuove Amazon, le nuove Twitter.

I dati dicono che il 2022 è stato un anno pessimo per i finanziamenti in startup. È vero. Ma dietro questo calo (circa il 33% a livello globale), c’è un dato destinato a ribaltare la prospettiva: calano infatti i grandi round di investimento, mentre quelli di taglio piccolo e medio, quindi quelli destinati a startup appena nate o con pochi anni di vita, aumentano.

Tradotto: gli investitori temono di mettere i loro soldi in aziende consolidate, quindi più esposte al pessimo momento dell’economia, tra inflazione, aumento dei costi e tensione geopolitiche internazionali; al loro posto preferiscono investimenti di piccolo taglio in società più piccole, più rischiose, ma potenzialmente con ritorni nel medio periodo molto più grandi.

 

Un’opportunità per i fondi di investimento. Che lanciano programmi per licenziati

I licenziamenti di Big tech hanno riversato in Silicon Valley una enorme quantità di talento. E gli investitori sono pronti ad approfittarne. Ad esempio Day One Ventures, un fondo di investimento in capitale di rischio per società nate da poco, ha lanciato a San Francisco una iniziativa per finanziare le startup fondate da persone che erano state licenziate dalle grandi società tecnologiche. Il nome racchiude il senso del programma: “Finanziato, non licenziato”. Il programma mira a staccare 20 assegni da 100.000 dollari entro la fine del 2022.

Il fondo ha detto che solo nel giorno di lancio (13 novembre 2022) sono arrivate 1.000 domande. E la maggior parte di queste arriva da persone licenziate da Meta, Stripe e Twitter. “Stiamo investendo 2 milioni di dollari in 20 aziende”, ha raccontato il cofondatore del fondo a Reuters. “Se troviamo un solo unicorno tra questi (ovvero una società che raggiunge una valutazione da un miliardo di dollari, ndr), il fondo si ripaga il suo investimento. Il che credo sia un’opportunità unica per noi gestori”.

 

Le opportunità possono nascere dalle crisi. Come nel 2000 e nel 2008 

Per comprendere fino in fondo l’entusiasmo degli investitori occorre forse cambiare prospettiva. E magari allungare lo sguardo a venti anni fa. Quando, in piena mattanza finanziaria dovuta allo scoppio della prima bolla tecnologica, la bolla dotcom, avevano mosso i primi passi le aziende che oggi conosciamo come quelle a maggiore capitalizzazione di mercato al mondo: Amazon, Facebook, Airbnb, Uber.

Tutte queste società sono nate in periodi di crisi. O quella dopo la bolla dotcom del 2000, o quella finanziaria del 2008. Il minimo comune denominatore è lo stesso. Dietro ogni crisi si cela un’opportunità. E oggi abbiamo messo piede in una nuova fase di crisi economica.

A leggere i commenti degli analisti, i paragoni tra la recessione del 2022 e quella dovuto al crollo delle dotcom si sprecano. “Molte grandi aziende sono state create in tempi relativamente bui”, ha commentato Harry Nelis, socio della società di investimenti Accel. Alcuni operatori del settore affermano che gli ex dipendenti di Big Tech si trovano in una posizione unica per avviare le proprie aziende, avendo visto in prima persona come operano alcune delle più grandi aziende del mondo e godendo di un accesso continuo alla loro rete di colleghi altamente qualificati. Un patrimonio di competenze immenso. Impensabile da vedere improvvisamente sul mercato soltanto un anno fa.

 

Una grande ondata di nuovo talento distribuito nella Bay Area

E le opportunità non riguardano soltanto quegli ex dipendenti che vogliono lanciare la propria azienda. Ma anche le startup nate da pochi anni. Che diversamente dalle società più grandi e da più tempo costituite godono di una forte liquidità dovuta agli investimenti dei venture capital, e una minore esposizione al rischio dovuta alle loro dimensioni ridotte.

Si possono muovere con agilità tra le maglie della crisi. E accedere alle competenze accumulate negli anni dai licenziati dei grandi gruppi. Una ridistribuzione del talento che già ha rimesso in moto la distruzione creatrice del capitalismo tecnologico. Fondamenta di quelli che potrebbero diventare i nuovi imperi dei prossimi 20 anni.
 

@arcamasilum

CondividereTweetCondividerePinCondividereCondividereSpedireSpedire

Imparentato Post

Tecnologia

Quelli che si sono comprati casa nel metaverso

Aprile 1, 2023
Tecnologia

ZX Spectrum, l’indimenticabile computer avversario del Commodore 64 fa sognare ancora oggi

Aprile 1, 2023
Tecnologia

Meta e Siae si incontrano, ma un accordo sulla musica è ancora lontano

Aprile 1, 2023
Tecnologia

Quali sono i lavori più esposti agli sviluppi dell’Intelligenza artificiale. Una ricerca

Aprile 1, 2023
Tecnologia

Elon Musk supera Obama: è il più seguito su Twitter

Marzo 31, 2023
Tecnologia

Scorza (Garante Privacy): “Contro OpenAI e ChatGpt provvedimento d’urgenza”. Ecco cosa può accadere ora

Marzo 31, 2023
Tecnologia

Apprendere e comprendere per nuove visioni e nuove soluzioni

Marzo 31, 2023
Tecnologia

Il ritorno di Donald Trump su Facebook

Marzo 31, 2023
Post successivo

Novak Djokovic 'vuole vendicarsi' agli Australian Open 2023, 'ripartiamo' con Rafael Nadal dice Mats Wilander

Sole Guardiano Italy

Sole Guardiano Italy è un sito dedicato alla copertura delle ultime notizie, recensioni e How-to. Siamo un editore approvato da Google News e abbiamo alcune fonti che continuano a eseguire la scansione del nostro sito web.

Consigliato

Addio Ada d’Adamo, la scrittrice candidata al Premio Strega: «Il libro resta in gara»

Quelli che si sono comprati casa nel metaverso

Perché Zelensky ha invitato il presidente cinese Xi Jinping in Ucraina

Ultime Notizie

Pep Guardiola spera in un rapido ritorno di Erling Haaland dopo che l’attaccante del Manchester City ha saltato lo scontro con il Liverpool

ZX Spectrum, l’indimenticabile computer avversario del Commodore 64 fa sognare ancora oggi

Guerra Ucraina, telefonata Zelensky-Meloni: ‘Necessaria pace giusta’

  • Riguardo a noi
  • DMCA
  • Politica editoriale
  • Politica Sulla Riservatezza
  • Modulo di Contatto

Copyright ©️ All rights reserved | Sole Guardiano

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Home
  • News
  • Economia
  • Mondo
  • Cultura
  • Tecnologia
  • Sport

Copyright ©️ All rights reserved | Sole Guardiano