Google entra nel mirino del governo americano. Secondo quanto riporta Bloomberg l’amministrazione di Joe Biden presenterà nelle prossime ore una denuncia l’azienda con l’accusa di abuso di posizione dominante sul mercato della pubblicità online. Bloomberg, che cita persone a conoscenza dei fatti, precisa che la causa dovrebbe essere presentata dal dipartimento di Giustizia e sarebbe la seconda legata all’antitrust nei confronti del gigante tecnologico.
Il dipartimento aveva già denunciato Google nel 2020 per il suo monopolio sulla pubblicità online e sui motori di ricerca. Il processo, stando a quanto emerso finora, dovrebbe cominciare il prossimo settembre. I giudici cercheranno di stabilire il ruolo di Google nella pubblicità online, il core business aziendale capace di generare oltre l’80% dei ricavi di Mountain View.
Su cosa si concentrerà l’indagine
L’azienda offre il suo servizio di motore di ricerca gratuitamente. Ma realizza le sue entrate da attività legate alla pubblicità che compare sia sui risultati delle ricerche sia su siti terzi: siti di notizie, blog, siti di ecommerce. Ed è proprio su questo che si concentrerà l’indagine dei giudici, precisa Reuters, che cercheranno di rispondere ai dubbi sollevati soprattutto dagli editori americani che chiedono più trasparenza rispetto alla quota di pubblicità che finisce nelle casse di Google come compenso per il servizio offerto e quanto a loro che ospitano la pubblicità sui propri siti.
Un tema spinoso. Che si ricollega a quanto stabilito dall’Antitrust tre giorni fa rispetto all’equo compenso degli editori da parte dei colossi tecnologici. Google ha portato a termine negli anni una serie di acquisizioni in grado di ottimizzare il suo lavoro sulle pubblicità online sui medi. In particolare, DoubleClick nel 2008 e AdMon nel 2009. Tecnologie che le hanno consentito di stabilire i parametri di avanguardia nel settore della pubblicità online.
Google finora ha rigettato l’accusa di essere monopolista del settore. Negli Usa ha chiamato in ballo concorrenti come Meta, At&t e Comcast. Resta però l’azienda di riferimento di questo mercato. Sebbene soffrendo un po’ negli ultimi anni. La sua quota del mercato online, solo negli Usa, è scesa dal 36,7% del 2016 al 28,8% dello scorso anno, spiega un report di Insider Intelligence.