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Il caso delle foto intime di una ragazza ‘rubate’ da Roomba e finite sui social

Dicembre 28, 2022
nel Tecnologia
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Immagini rubate. Finite sui social. Che hanno creato più di qualche imbarazzo. Soprattutto al loro soggetto: una ragazza, fotografata in bagno. L’aspirapolvere Roomba è stato al centro di un caso curioso negli ultimi giorni.

I fatti risalgono all’autunno 2020. In Venezuela. In un gruppo Facebook vengono caricate e condivise delle foto che ritraggono scene di vita domestica. Anche intime. Tra queste quelle di una ragazza, in bagno, in maglietta viola e con i pantaloncini abbassati. Foto scattate da una Romba J7 di iRobot, l’azienda produttrice di aspirapolveri intelligenti da poco acquistata da Amazon.

Queste foto sono state scattate dal dispositivo e inviate a una startup che si occupa di intelligenza artificiale. Scale AI. Sono stati proprio i lavoratori di questa azienda a condividere le foto su Facebook. Che poi sono diventate virali e hanno fatto il giro del mondo.

Le immagini diventate virali. iRobot costretta a intervenire

La storia è stata rivelata dalla Technology Review dell’MIT. In redazione a metà dicembre sarebbero state inviate decine di foto. Tutte prese dal robottino. Una volta pubblicata, anche la storia è diventata virale. E ha sollevato molti timori sulla possibilità che le aspirapolveri intelligenti possano rubare scatti privati in grado poi di finire online. Tanto da indurre l’azienda a dare una versione ufficiale di quanto accaduto, proprio alla Technology Review.

Le foto variano per tipologia e sensibilità. L’immagine più intima che la rivista ha visto è stata la serie di fotogrammi video che ritraggono la giovane donna sul water, il cui volto è oscurato nell’immagine principale. In un’altra immagine, un bambino di otto o nove anni, il cui volto è chiaramente visibile, è disteso a pancia in giù sul pavimento di un corridoio. Una ciocca di capelli gli ricade sulla fronte mentre fissa, divertito, la Roomba che lo riprende da vicinissimo.

La versione ufficiale fornita da iRobot: “Erano Roomba speciali”

iRobot è il più grande produttore al mondo di aspirapolveri robot. Amazon ha recentemente comprato l’azienda per 1,7 miliardi di dollari. Nella versione ufficiale sull’accaduto l’azienda ha spiegato che tutte le immagini provengono da “speciali robot di sviluppo con modifiche hardware e software che non sono e non sono mai state presenti nei prodotti di consumo iRobot destinati all’acquisto”.

Insomma, dei robot prova. Dati in alcuni casi gratuitamente e con specifici contratti per consentire agli sviluppatori di migliorare l’intelligenza artificiale alla base del dispositivo.  Sono stati consegnati a “volontari e dipendenti retribuiti” che hanno firmato accordi scritti in cui r”iconoscevano che stavano inviando flussi di dati, compresi i video, all’azienda a scopo di formazione”.

Secondo la spiegazione di iRobot, i dispositivi erano tutti etichettati con un adesivo verde fluorescente con su scritto “registrazione video in corso” e spettava a questi raccoglitori di dati pagati “rimuovere tutto ciò che ritengono sensibile da qualsiasi spazio in cui opera il robot, compresi i bambini”.

La violazione dei termini sarebbe avvenuta quindi da parte dei dipendenti. Che hanno condiviso quelle foto convinti di fare qualcosa di goliardico. Ma causando un danno di immagine non da poco all’azienda che li paga. O forse li pagava.

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