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Da Instagram a Twitter, gli abbonamenti ai social cancellano gli utenti normali

Marzo 13, 2023
nel Tecnologia
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CondividereTweetCondividerePinCondividereCondividereSpedireE-mail

Da qualche tempo, è diventato sempre più chiaro come i colossi dei social network stiano rendendo l’offerta di servizi a pagamento un elemento centrale della strategia per il futuro. Negli ultimi mesi, però, questo cambiamento ha subìto una netta accelerazione: prima il varo di Twitter Blue da parte di Elon Musk e adesso la decisione di Meta, ben più importante dal punto di vista numerico, di seguire gli stessi passi per Facebook e Instagram.

Il servizio, chiamato Meta Verified e ancora in fase di sperimentazione, costa 12 dollari (o 15 se si paga tramite l’app per iOS) e permette, oltre alla ormai classica spunta blu, di avere accesso a un servizio clienti più efficace e a una migliore protezione dal furto d’identità. Nel caso di Twitter Blue, invece, tra i servizi offerti c’è anche la possibilità di usare l’autenticazione a due fattori tramite SMS.

Quelli appena citati sono servizi basilari che probabilmente andrebbero offerti a tutti gli utenti (soprattutto considerando le tantissime lamentele verso la pessima assistenza clienti di queste società). In realtà, è evidente come ciò che Twitter e Meta stanno vendendo ha poco a che fare con l’erogazione di un servizio migliore: il punto forte di questa offerta è la garanzia che i contenuti pubblicati da un utente pagante verranno promossi dall’algoritmo e godranno quindi di una maggiore visibilità.

È un cambiamento radicale rispetto al passato, e soprattutto rispetto all’idea (così a lungo coltivata) che i social network avrebbero democratizzato la comunicazione, dando voce a ciascuno di noi, diventando quella piazza pubblica che proprio Musk ha citato motivando la decisione di acquistare Twitter.

Nel momento in cui si decide di favorire la visibilità di chi paga, ci si allontana però radicalmente da quel modello di (teorica) agorà digitale, andando in direzione opposta. L’obiettivo dei social, come già notato, sembra non essere più quello di attirare una massa di utenti desiderosi di entrare in contatto con amici, parenti, colleghi ecc. Come segnalato già dallo slogan di Meta Verified, ovvero “Fai crescere la tua presenza su Facebook e Meta”, questi account premium sono rivolti innanzitutto a influencer e creator, dando ulteriore forza alla trasformazione dei social in uno strumento di intrattenimento sempre più tradizionale, in cui una gran massa di spettatori si limita a osservare i contenuti creati da professionisti o aspiranti tali.

Un po’ come avvenuto in passato ad aziende, politici e quotidiani, Facebook e Instagram chiederanno adesso ai creator di pagare per avere accesso a quella visibilità di cui prima potevano godere gratis. C’è però un altro aspetto importante: se questa scommessa da parte dei social avrà successo, che fine faranno tutti i normali iscritti? Diventeranno utenti di serie B, rassegnati a non pubblicare più contenuti che tanto finirebbero nell’oblio? Saremo davvero costretti ad assistere alla scomparsa dei social (anche) come mezzo di passaparola, di condivisione, di scambio di opinioni? Saremo sommersi, volenti o nolenti, dai video di account professionali ai quali potremmo non essere nemmeno interessati?

Resta da capire se queste sperimentazioni avranno successo, visto che i tentativi di convincere gli utenti a pagare per qualcosa che è sempre stato gratis non hanno storicamente avuto successo. Da questo punto di vista, i primi segnali non sono incoraggianti: Twitter Blue avrebbe raggiunto quota 180mila iscritti in 3 mesi, numeri troppo piccoli per spostare anche solo marginalmente i bilanci di una realtà che genera 5 miliardi di fatturato all’anno. Il discorso ovviamente è ancora più complesso per Meta, colosso da 116 miliardi di fatturato e 23 miliardi di guadagni, ma che deve vedersela con le restrizioni di Apple sulla privacy, che hanno pesantemente colpito la sua principale fonte di guadagni.

In un’epoca in cui la professione di creator diventa sempre più ambita, e in cui la visibilità sui social è qualcosa di cui in certi settori non si può più fare a meno, non è però da escludersi che il cambiamento di questi strumenti non passi anche dalla loro trasformazione in una sorta di enorme spazio promozionale per aspiranti creator.

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