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Comprare una tastiera meccanica: come scegliere quella giusta fra interruttori, materiali, layout e dimensioni

Aprile 10, 2023
nel Tecnologia
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Più o meno tutti, con poche eccezioni, ci siamo abituati a usare tastiere scomode, mediocri o semplicemente pessime. E gli anni della pandemia non hanno aiutato: costretti in casa da continui lockdown e chiusure, molti hanno acquistato nuovi computer, soprattutto portatili, per lavorare da casa o studiare da casa. Molto spesso con tastiere di dubbia qualità.

C’è un modo per risolvere questo problema, ed è un modo di cui si stanno accorgendo sempre più persone: usare una tastiera meccanica, che è in grado di regalare un’esperienza (tattile, uditiva e pure visiva) decisamente più soddisfacente, sia che si scriva sia che si giochi. Sono le tastiere che c’erano prima, inteso come prima della diffusione inarrestabile delle tastiere a membrana, e che adesso stanno tornando prepotentemente in auge.

Scegliere la tastiera meccanica giusta per le proprie esigenze non è però facile, perché ce n’è una varietà impressionante, con prezzi che possono andare da 70 a 100, 200 e anche 300 euro e oltre. Un errore può dunque costare caro, che è il motivo per cui abbiamo pensato di realizzare questa guida all’acquisto delle tastiere meccaniche: senza la pretesa di indicare qualche modello specifico ma con l’intenzione di dare alcuni consigli pratici su quali siano gli aspetti da considerare per non sbagliare.

Dall’alto, una tastiera Keychron K2 Pro e una Keychron Q1: sono entrambe 75%, ma la seconda è leggermente più grande e ha i tasti meno vicini fra loro 

Le dimensioni contano

Questo è uno degli aspetti principali da prendere in considerazione: quanto spazio abbiamo sulla scrivania? Dobbiamo digitare molte cifre, dunque ci serve il tastierino numerico? La tastiera andrà spesso trasportata? A seconda delle dimensioni, le tastiere tradizionali si suddividono sostanzialmente in 3 grandi aree: full size, TKL e compatte.

Le tastiere full size, dette anche tastiere 100%, sono quelle che hanno tutto: i tasti funzione, le frecce e pure il tastierino numerico. Sono le tipiche tastiere da ufficio.

Le tastiere TKL (la sigla sta per tenkeyless, dove tenkey è il tastierino numerico e il suffisso -less indica che ne sono sprovviste), conosciute anche come tastiere 80%, hanno tutto tranne il tastierino numerico: sono parecchio più piccole delle precedenti ma costringono a poche rinunce.

Le tastiere compatte sono più o meno quelle presenti nei laptop: niente tastierino numerico, tasti molti vicini fra loro e spesso niente tasti funzione. Le più diffuse sono le tastiere 75% (manca il tastierino numerico, e i tasti sono più attaccati fra loro rispetto alle TKL) e le tastiere 60-65-68, cui di solito mancano anche i tasti funzione e le frecce direzionali. Ce ne sono anche di più piccole, le tastiere 40%, prive pure della riga dei numeri sopra le lettere, ma è davvero difficile abituarsi a usarle per scrivere.

Il nostro consiglio, se lo spazio lo permette, è di puntare su una tastiera TKL, oppure su una 75% ma con le frecce leggermente staccate dal blocco delle lettere (a destra del tasto Invio, per intendersi). Rinunciare al tastierino permette anche di tenere l’eventuale mouse o trackpad più vicino, cosa che sul lungo periodo evita un possibile affaticamento di spalle e collo.

Scegliere il layout giusto

Un altro punto fondamentale, probabilmente anche più importante del precedente: è necessario scegliere la disposizione di tasti che sia giusta per la propria lingua. Non si tratta solo del consueto e ormai noto schema QWERTYU (dalla sequenza della prima riga di tasti, da sinistra verso destra), ma anche di verificare che il layout sia quello giusto per l’Italia. Che ci siano le lettere accentate, per esempio.

Se è vero che le tastiere meccaniche sono riprogrammabili via software (partendo da qui), così che la pressione di un tasto possa eventualmente restituire a schermo una lettera o un simbolo diverso rispetto a quello mostrato, altrettanto è vero che se alcuni tasti sono fisicamente assenti sarà molto, molto difficile riuscire a digitare alcuni caratteri.

Semplificando, i layout delle tastiere si dividono sostanzialmente in due, Ansi e ISO: il primo è quello all’americana, con il tasto Invio orizzontale, lo Shift di sinistra più grande (si mangia il tasto maggiore/minore) e la totale assenza di qualsiasi lettera accentata; il secondo è invece quello per noi europei, a sua volta declinato con le sigle dei vari Paesi.

Il nostro consiglio è di cercare tastiere meccaniche con layout ISO ITA, che però praticamente non esistono: la quasi totalità dei produttori offre solo la variante Ansi, con l’eccezione di pochi marchi (Corsair e Logitech, dalle nostre verifiche). C’è però una soluzione, perché sempre più aziende iniziano a proporre kit di tasti ISO ITA da sostituire a quelli installati di default. E questo ci porta al prossimo punto.

La retroilluminazione di una tastiera meccanica può essere a luce bianca (come in questo caso) oppure RGB

La retroilluminazione di una tastiera meccanica può essere a luce bianca (come in questo caso) oppure RGB 

Le tastiere hot-swap e la personalizzazione

Il vantaggio delle moderne tastiere meccaniche, rispetto a quelle che si usavano anni e anni fa, è che chiunque può metterci le mani non solo sopra ma pure dentro, senza necessariamente essere un maker o comunque un esperto.

Servono un paio di strumenti (che di solito sono compresi nei kit che si acquistano o anche nelle tastiere già assemblate), dopo di che si possono rimuovere i tasti che non vanno bene per rimpiazzarli con quelli corretti. Per poterlo fare è però fondamentale che la tastiera sia hot-swap, che è un po’ come dire che i tasti sono plug-and-play: si toglie il tasto, si mette quello nuovo e tutto funziona come se non fosse successo niente.

Questo apre ovviamente anche la strada a infinite possibilità di personalizzazione, per colorare i tasti come si vuole, usarne alcuni di una totalità e altri di un’altra, evidenziare qualche lettera specifica e così via. Online, anche su Amazon, ci sono decine e decine di kit di lettere per i gusti più disparati, con prezzi che si aggirano intorno ai 20-30 euro.

Il nostro consiglio è quello di scegliere una tastiera meccanica di un marchio che offra kit già completi per la conversione al layout ISO ITA, come Keychron, e di preferire i tasti in PBT rispetto a quelli più economici in ABS, che sono più sottili, più sensibili all’usura e in generale più rumorosi. Che è però un aspetto influenzato anche dal punto successivo di questa guida.

Un kit di tasti per la conversione di una tastiera Ansi al layout ISO ITA

Un kit di tasti per la conversione di una tastiera Ansi al layout ISO ITA 

Un interruttore per ogni esigenza

La personalizzazione delle tastiere meccaniche passa non solo dalle dimensioni della base e dai tasti, ma pure da quello che sta in mezzo. Cioè dai singoli interruttori che stanno sotto a ogni lettera o simbolo. In commercio ce n’è una decina di varianti, diverse per sonorità, corsa e forza necessaria per essere attivati (premuti, cioè).

L’idea non è ovviamente quella di scegliere i singoli interruttori per ogni singolo tasto (cosa che volendo si potrebbe fare, perché in vendita ci sono pure i kit di soli interruttori) ma più semplicemente di acquistare una tastiera già assemblata che abbia quelli più adatti all’uso che se ne farà. Sino a qualche anno fa, c’era praticamente una sola azienda a produrli: si chiama Cherry ed era nota in tutto il mondo per questo. Nel 2014, quando sono scaduti i brevetti, moltissimi altri si sono buttati nel settore, realizzando copie più o meno fedeli degli interruttori Cherry, spesso anche seguendone la denominazione.

In estrema sintesi, gli interruttori si possono dividere in 3 grandi famiglie: lineari, tattili e clicky, che sono quelli più rumorosi. Sono distinti per colore, e ognuno è adatto a un tipo di utilizzo differente: semplificando, i primi vanno meglio per chi videogioca, i secondi per scrivere, i terzi per chi vuole avere un po’ il feeling tipico della dattilografia (e disturbare le persone intorno).

Il nostro consiglio è quello di scegliere interruttori Red (di colore rosso, insomma) di marche come Gateron o Cherry, adatti sia alla scrittura sia al gaming. Se si è più impegnati nello scrivere, si può passare a quelli Brown, mentre se si affrontano tanti videogiochi si possono scegliere i Silver, più leggeri e rapidi da premere. I Blue sono i più rumorosi, che è un aspetto da considerare se si lavora accanto ad altre persone.

Il selettore per la configurazione Mac/Windows e per la connessione cablata o wireless

Il selettore per la configurazione Mac/Windows e per la connessione cablata o wireless 

Cablata o wireless?

Le tastiere meccaniche senza fili, che si collegano al computer (o allo smartphone) generalmente via Bluetooth, sono sempre più diffuse: hanno il vantaggio di non aggiungere ulteriori cavi sulla scrivania e appunto di poter essere abbinate facilmente a dispositivi diversi. E però, una tastiera wireless è di solito più pesante di una cablata, avrà comunque necessità di essere collegata quando le batterie si scaricheranno e può (per quanto raramente) soffrire di ritardi in fase di digitazione.

Il nostro consiglio è quello di scegliere una tastiera che possa fare entrambe le cose, cioè sia cablata e wireless, preferendo però la prima opzione nel caso in cui se ne possa scegliere solo una.

La questione delle tastiere ergonomiche

Anche le tastiere ergonomiche e meccaniche sono più diffuse rispetto al passato: per capirsi, sono quelle che hanno al centro una divisione parziale oppure completa (nel senso che i due pezzi sono fisicamente separati), così che mani, polsi, braccia e spalle possano essere tenuti a un’angolazione più naturale. Va detto che non è facilissimo abituarsi a utilizzarle, soprattutto se si sono usate quelle intere per lungo tempo.

Anche per questo, il nostro consiglio è quello di lasciarle perdere, a meno di non accorgersi di provare costantemente fastidio mentre si digita.

@capoema

 

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