Non ci si stanca mai delle storie su Steve Jobs. Della sua mania per i dettagli, della sua ossessione per la perfezione, della sua filosofia minimalista.
La “bibbia”, da questo punto di vista, è la famosa biografia del co-fondatore di Apple scritta dal giornalista Walter Isaacson e uscita a fine ottobre 2011, circa venti giorni dopo la morte di Jobs.
Ma appena un mese fa è stato “pubblicato” un altro volume ricco di aneddoti e di immagini, con contenuti rari e in alcuni casi mai visti.
Si chiama “Make Something Wonderful” e si può sfogliare (o scaricare) gratuitamente accedendo allo “Steve Jobs Archive”, il sito pensato da familiari e amici di Jobs per trasmettere le idee di un uomo che ha dato una spinta eccezionale all’innovazione. Alla versione digitale, pubblicata ad aprile 2023, è seguita un libro fisico, con una elegante copertina rigida, che hanno ricevuto gli impiegati Apple e Disney. Alcune di queste copie sono state messe in vendita a un prezzo stratosferico.
Il sottotitolo, “Steve Jobs in his own words”, lascia subito intendere che le pagine digitali del volume sono occupate, principalmente, dalle parole del visionario di Apple. È così: le parole di Jobs sono state estratte da discorsi, e-mail e interviste rilasciate nel corso degli anni.
“Il modo migliore per capire una persona è ascoltarla direttamente – scrive Lauren Powell Jobs nell’introduzione al libro -. E il modo migliore per capire Steve è ascoltare ciò che ha detto e scritto nel corso della sua vita. Le sue parole – in discorsi, interviste ed e-mail – offrono una finestra sul suo pensiero. E [Steve] era un pensatore eccezionale”.
E un pensiero di Jobs, che nulla ha a che fare con Apple, apre il libro, dando immediatamente un senso al titolo “Make Something Wonderful”. Le sue parole risalgono al 2007.
“Ci sono molti modi di essere, come persona – ha detto Jobs -. E alcune persone esprimono la loro profonda ammirazione in modi diversi. Ma uno dei modi in cui credo che le persone esprimano la loro ammirazione per il resto dell’umanità è creare qualcosa di meraviglioso e pubblicarlo. E non incontri mai quelle persone. Non gli stringi mai la mano. Non ascolti mai la loro storia né racconti la tua. Ma in qualche modo, nell’atto di creare qualcosa con molta cura e amore, qualcosa viene trasmesso. Ed è un modo per esprimere al resto della nostra specie il nostro profondo apprezzamento. Per questo dobbiamo essere fedeli a chi siamo e ricordare cosa è veramente importante per noi”.
Cosa ci insegna di Steve Jobs la sua casa vuota
In “Make Something Beautiful” ci sono molte storie già note, questo è certo. Sugli inizi di Jobs e Steve Wozniak, i due co-fondatori di Apple, in particolare, e su come sono passati dal costruire computer per gli amici al fondare una vera e propria azienda che avrebbe cambiato il mondo.
E però ci sono anche storie meno note, in particolare legate all’infanzia e all’adolescenza di Jobs.
Ci sono, soprattutto, i suoi pensieri più profondi, spesso slegati dalla tecnologia e anzi rivolti – complice anche la malattia con cui ha convissuto negli ultimi anni della sua vita – al senso della vita e alla grandezza dell’umanità di cui ha fatto parte.
Già a 19 anni Jobs aveva le idee chiare: “Non sprecare il tuo tempo” scriveva a un suo amico su un biglietto. Per tutta la vita, Steve userà il suo per fare “qualcosa di meraviglioso”.
