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Home » Tassi, perché il taglio di giugno della Bce potrebbe essere l’ultimo
Mondo

Tassi, perché il taglio di giugno della Bce potrebbe essere l’ultimo

Sala NotizieBy Sala Notizie4 Giugno 20252 Mins Read
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Un taglio ancora, insieme alle nuove proiezioni. Poi, secondo diversi analisti, niente più. La Banca centrale europea potrebbe chiudere nella sua riunione di giugno non soltanto la fase restrittiva, ma anche quella di normalizzazione della politica monetaria. Un costo del credito del due per cento corrisponde a un tasso reale negativo, o comunque pari a zero: la Bce è pieno in territorio neutrale, se si ipotizza un tasso di crescita potenziale dello 0-0,5 per cento. Se non ci saranno shock sulla crescita – che non si possono escludere – si potrebbe aprire una nuova fase.

L’INFLAZIONE IN EUROLANDIA

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La situazione complessiva di Eurolandia sembra innanzitutto permettere un nuovo taglio. L’inflazione di maggio è apparsa pari, nel dato flash, all’1,9%, il minimo da giugno 2021, mentre l’inflazione core è calata al 2,4% come ha gennaio del 2022. Un singolo dato, relativo al passato, significa molto poco, ma se letto insieme ad altri elementi dà davvero un via libera a un nuovo taglio.

LE COMPONENTI DELL’INFLAZIONE CORE

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Il dettaglio dell’inflazione core fortifica questa valutazione. I prezzi dei beni manifatturieri – escludendo l’energia – sono aumentati dello 0,6%, una velocità costante da diversi mesi; mentre quelli dei servizi, a lungo ostinatamente in crescita del 4% (il ritmo registrato anche ad aprile) hanno improvvisamente rallentato al 3,2 per cento. Anche in questo caso non c’è ancora una tendenza chiara e occorrerà osservare gli andamenti futuri – il rischio di una ripresa dell’inflazione resta rilevante – ma l’indicazione è rassicurante.

I RENDIMENTI NELLA ZONA EURO

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Tutto questo è avvenuto con condizioni finanziarie (diverse dalle condizioni di finanziamento spesso evocate dalla Bce) che non sono del tutto normalizzate – la curva dei rendimenti è ancora invertita ma trasmette regolarmente gli impulsi della politica monetaria, riflessi e realizzati dalla parte a brevissimo, all’economia. L’altra componente delle condizioni finanziarie, il cambio effettivo, ha rimbalzato nelle scorse settimane sulla media di lungo periodo – che riflette grosso modo il livello di equilibrio – ma resta abbastanza vicino.

SALARI NEGOZIATI

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Anche le pressioni sui prezzi da parte dei salari si sono ridimensionate. Nel primo trimestre del 2025, l’ultimo dato disponibile, le retribuzioni hanno rallentato al 2,4%, dal 4,1% del quarto trimestre del 2024. È il segno che le aspettative di inflazione dei lavoratori sono decisamente più contenute rispetto al passato. Anche in questo caso l’evoluzione va confermata, ma il segnale è relativamente forte.

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