Hanno fatto rumore nel centrodestra le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sui rischi di un “assolutismo” della maggioranza. Dalla lontana Cortina, si sono sentite, chiare e contundenti, le osservazioni del vicepremier leghista Matteo Salvini che confutavano il pensiero quirinalizio: «Assolutismo? Siamo in democrazia, il popolo vota, il popolo vince. Non faccio filosofia, ma politica. Semmai qui c’è il problema della dittatura delle minoranze, non il contrario». Un attimo di riflessione ed ecco rispuntare le diverse visioni sul Colle che si confrontano sempre più apertamente in maggioranza: «il capo dello Stato va sempre rispettato», replica gelido ai giornalisti il vicepremier forzista Antonio Tajani.

Non una parola di più ma stranamente, dopo poco (probabile che nel frattempo siano intercorsi contatti con Palazzo Chigi), fonti della Lega hanno cercato di raffreddare una polemica che dal Quirinale si stava spostando dentro una maggioranza già alle prese con diversi temi divisivi. «Matteo Salvini ha grande stima del presidente della Repubblica: la riflessione del vicepremier e ministro non era indirizzata al capo dello Stato», hanno provato a spiegare fonti del partito. Ma le frasi restano ed il leader della Lega è stato piuttosto chiaro quando ha aggiunto che in Italia «c’è la minoranza che spesso si comporta da maggioranza».

Ci ha pensato alla fine la premier Giorgia Meloni a spegnere la miccia un po’ difendendo il messaggio di Mattarella un po’ attaccando a muso duro il Pd. «Io francamente non ho letto un attacco al governo e penso che non si faccia un favore alle istituzioni di questa repubblica se ogni cosa che dice il presidente viene strumentalizzata come se fosse il capo dell’opposizione. Il discorso del presidente era un discorso molto alto ed è un discorso che io condivido», è stata la premessa della premier, intervenuta nella serata di giovedì 4 luglio alla trasmissione televisiva Dritto e Rovescio su Rete4. Quel che serve per spegnere la miccia innescata da Salvini. Parole che vengono apprezzate anche da fonti vicine al Quirinale che ritengono «corretta» la valutazione del presidente del Consiglio sulle parole del Capo dello Stato.

Meloni: problema non è premierato ma sistema con il Pd al comando

«Problema non è premierato ma sistema con il Pd al comando», ha detto il presidente del Consiglio. A sinistra, ha aggiunto, vedo gente che «esulta come allo stadio» per le parole di Mattarella ma «se non esiste un assolutismo della maggioranza figuriamoci se può esistere un assolutismo della minoranza. Lo abbiamo purtroppo visto quando la sinistra era al governo, quando c’era gente che perdeva le elezioni e che arrivava al governo e alla fine ti dicevano pure se potevi o non potevi uscire di casa. Quello è assolutismo dei poteri ed è il problema che la sinistra ha con questa riforma. Noi non modifichiamo i poteri del presidente del Consiglio, noi modifichiamo il potere dei cittadini che scelgono il presidente del consiglio. Perchè il presidente del Consiglio viene scelto dai cittadini ma i poteri rimangono gli stessi. Ed è questo che spaventa la sinistra, il problema è questo, che se decidono i cittadini loro non non possono più governare quando perdono le elezioni. Quindi il problema non è l’uomo solo al comando ma un sistema nel quale c’è solo il Pd al comando».

«Ue riconosca all’Italia ciò che le spetta»

Parlando invece del rapporto con l’Unione europea, dopo le recenti elezioni e la scelta effettuata sulle cariche principali, Meloni ha detto di non essere d’accordo «né sul metodo né sul merito ed è la ragione per la quale non ho votato l’accordo che alcuni hanno ritenuto di fare sulle massime cariche europee – ha aggiunto la premier in occasione dell’intervento a Rete 4 -. In Italia qualcuno diceva di adeguarsi per trattare per un risultato migliore. Io rifiuto questo racconto. Rifiuto l’idea che quello che spetta all’Italia venga riconosciuto solo se il governo si adegua. Se esiste ancora un’Ue all’Italia va riconosciuto quello che le va riconosciuto, banalmente perché è la terza economia europea, è un Paese fondatore, tra le grandi nazioni europee è quella con il governo più stabile».

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