Il quarto quesito dei referendum dell’8 e 9 giugno riguarda gli appalti. Si chiede l’abrogazione delle norme che escludono la responsabilità solidale dell’impresa committente per il risarcimento dei danni in caso di infortuni sul lavoro collegati alla specifica attività produttiva dell’impresa appaltatrice. Ne parliamo con i professori Arturo Maresca (Diritto del Lavoro all’Università La Sapienza di Roma) e Franco Focareta (Diritto del Lavoro all’Università di Bologna).
Le ragioni del “sì” all’abrogazione delle norme
Il professor Focareta spiega le ragioni del “sì” all’abrogazione e che impatto si avrebbe sui lavoratori. «Il ricorso incontrollato e direi forsennato agli appalti in Italia – dice Focareta – è sicuramente uno dei fattori di maggiore precarizzazione del lavoro e di maggiore nocività degli infortuni sul lavoro. Quando ci sono infortuni sul lavoro gravi, ne abbiamo avuti purtroppo tanti negli ultimi tempi, e si va a indagare la prima cosa che si scopre che in quel contesto lavorativo c’è una catena di subappalti. Il referendum cerca di intervenire in questo fenomeno pernicioso, abrogando quella norma che esclude la responsabilità solidale del committente, cioè di chi origina la catena dei subappalti e quindi crea dall’origine le situazioni di maggiore pericolo per la sicurezza sul lavoro, per il risarcimento dei danni che subisce il lavoratore infortunato o il risarcimento dei familiari del lavoratore deceduto dell’infortunio, nei casi in cui l’infortunio derivi dalle caratteristiche dell’attività specifica dell’impresa subappaltatrice o appaltatrice. Questa norma che limita la responsabilità del committente è una norma che conduce a un livello di deresponsabilizzazione del committente rispetto agli infortuni e l’obbligo di risarcimento che deriva dagli infortuni per i lavoratori coinvolti».
Le ragioni del “no” all’abrogazione delle norme
Il professor Maresca interviene sul perché “no” all’abrogazione della norma e su che impatto si avrebbe in caso di vittoria del “sì”. «Condivido quello che ha detto Franco Focareta. C’è necessità di interventi – sottolinea Maresca – che riguardano la tutela dei lavoratori negli appalti e subappalti, sia con riferimento ai trattamenti economici e normativi, sia con riferimento agli infortuni. Ma questo referendum non c’entra nulla con questa prospettiva condivisibile. Perché colpisce la norma che contiene un principio molto importante: è quella norma che esclude la solidarietà tra committente e appaltatore quando si tratta di un appalto conferito a un appaltatore che ha una specifica professionalità e, avendo una specifica professionalità accollare al committente una solidarietà su un’attività che è stata conferita specificamente a quell’appaltatore non ha senso. L’abrogazione elimina quella differenziazione fra appalti general generici e appalti specifici. Faccio un esempio: se io ho dato in appalto lo smantellamento dell’amianto a un’impresa che fa questo di mestiere, l’ho fatto perché quell’impresa ha una capacità di intervenire in sicurezza su quel tema e quindi si accolla il rischio di quello che fa. Io committente ho conferito questo appalto proprio per darla a uno specialista. Abrogare quella differenziazione vuol dire abrogare un punto differenziale importante per la tutela dell’appalto».