Nei registri anagrafici degli Stati Uniti, Rexal Ford – il presunto responsabile della morte della bimba trovata a Villa Pamphili a Roma e dell’occultamento del corpo della madre – sarebbe registrato con un nome diverso da quello che compare sul passaporto, risultato però autentico.
E’ quanto afferma un servizio del Tg1 nel quale si sostiene anche che il Dna dell’uomo arrestato in Grecia è già stato inviato ai laboratori della Polizia scientifica. Il Dna servirà per accertare se Ford, come ha detto, è il padre della bambina.
Presto la richiesta di estradizione alla Grecia
Le autorità italiane formalizzeranno presto la richiesta di estradizione alla Grecia per avviare l’iter del trasferimento di Rexal Ford, che al momento è recluso in un istituto penitenziario ellenico.
Gli inquirenti stanno ancora raccogliendo in queste ore tutti gli elementi che possano contribuire a dare piena sostanza alle gravi accuse a carico del 45enne californiano arrestato in Grecia per l’omicidio della bimba di pochi mesi trovata morta una settimana fa a Villa Pamphili e per la soppressione del cadavere della madre della piccola.
Gli investigatori, in possesso del suo smartphone, stanno passando al setaccio tutti gli spostamenti del 45enne californiano, tracciando il tragitto attraverso i rilievi sulle celle telefoniche mentre nuovi elementi potrebbero arrivare dall’analisi del contenuto del cellulare, lo stesso che ha permesso agli investigatori di arrivare a lui.