Sono oltre 12mila (12.073 per la precisione) i contratti di produttività ancora attivi, depositati al ministero del Lavoro al 15 aprile, con un aumento del 13,7% dei depositi rispetto allo stesso periodo del 2024 (che a sua volta, aveva già segnato un incremento vicino al 20% rispetto all’annualità precedente). La maggior parte di quelli attivi sono contratti aziendali (9.821), ma sono i contratti territoriali che continuano a far registrare la crescita maggiore, con un incremento del 19,9% tra metà aprile 2024 e 2025 (da 1.878 a 2.252).
La platea interessata e l’importo riconosciuto
Sono 3.239.236 i lavoratori che beneficiano del Premio di risultato di cui 2.228.473 riferiti a contratti aziendali e 1.010.763 a contratti territoriali. Il valore annuo medio del premio è pari a 1.581,51 euro, di cui 1.807,52 euro riferiti a contratti aziendali e 681,51 euro a contratti territoriali. Sono diverse le finalità dei contratti attivi: 9.850 obiettivi di produttività, 7.803 di redditività, 6.186 di qualità, mentre 1.255 prevedono un piano di partecipazione e 7.399 misure di welfare aziendale. Nella suddivisione percentuale delle aziende che si avvalgono di questo strumento in termini di addetti, la metà riguarda imprese con meno di 50 dipendenti. La quota restante si divide tra le aziende con almeno 100 dipendenti (35%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%). Continua ad avere forti squilibri la divisione per aree geografiche visto che i 12.073 depositi contratti ancora attivi riguardano in larga prevalenza aziende del Nord (73%), seguite a distanza da quelle del Centro (17%) e dal Sud (10%). Per settore di attività economica il 62% delle aziende interessate opera nei Servizi, il 37% nell’Industria e l’1% Agricoltura.
Il trattamento fiscale
Come è noto anche per il 2025 i premi corrisposti ai lavoratori sono sottoposti a un’aliquota per l’imposta sostitutiva che la Legge di Bilancio per il 2023 (articolo 1, comma 63, della L. n. 197/2022) ha dimezzato rispetto al passato e portato al 5%. La detassazione era stata confermata nella manovra per il 2024 e secondo quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2025 sarà attiva nel triennio 2025-2027. Ne beneficiano i dipendenti del settore privato, titolari di un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato e con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 80mila euro nell’anno precedente, fino a un massimo di 3mila euro lordi, che sono incrementabili a 4mila euro nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.