Il presidente della Fed Jerome Powell lancia un duro avvertimento sulle possibili conseguenze dei dazi di Trump sugli Stati Uniti: “Il livello degli aumenti tariffari annunciati finora – ha detto durante un evento all’Economic Club di Chicago, secondo la Cnn – è significativamente maggiore del previsto” e la persistente incertezza sui dazi potrebbe causare danni economici duraturi. Con i dazi di Trump che stanno avviando l’economia verso una crescita più debole, una maggiore disoccupazione e un’inflazione più rapida – tutto allo stesso tempo – la Fed si trova ad affrontare una situazione che non si verificava da circa mezzo secolo”.
Secondo il presidente della Fed, “potremmo trovarci nello scenario difficile in cui i nostri obiettivi a doppio mandato sono in discussione”, “si tratta di cambiamenti politici molto radicali”, e “non esiste un’esperienza moderna su come affrontare questo argomento”. Le borse statunitensi sono scese significativamente durante il discorso di Powell: il Dow Jones era in calo di 700 punti, pari all’1,7%. L’indice S&P 500 più ampio è sceso del 2,5%. Il Nasdaq Composite, l’ indice ad alta densità tecnologica, è sceso del 3,5%, riporta la Cnn. “La Fed ha il compito di promuovere la piena occupazione e di tenere sotto controllo l’inflazione – ha detto Powell -, ma i dazi di Trump minacciano entrambi questi obiettivi. Per ora, tuttavia, l’economia statunitense rimane in buone condizioni, secondo gli ultimi dati”.
Powell ha affermato che la mossa migliore per la Fed al momento è quella di rimanere immobile finché i dati non mostreranno chiaramente come l’economia statunitense si sta muovendo. “Jerome Powell ha appena dettato legge a Trump”, ha dichiarato David Russell, responsabile globale della strategia di mercato di TradeStation, una importante società finanziaria americana, alla Cnn. “È stato un chiaro avvertimento sulla stagflazione e una dichiarazione che la Fed non permetterà alla Casa Bianca di tagliare i tassi”.
Non è in queste ore l’unica voce che si leva contro i dazi di Trump. La guerra commerciale innescata dal presidente americano “rischia di erodere la credibilità degli Stati Uniti”, motivo per cui, anziché chiudere le porte, occorre avviare un dialogo con le controparti, anche con la Cina. Lo ha detto l’amministratore delegato di JpMorgan, Jamie Dimon, in una lunga video-intervista al Financial Times, spiegando che “gli Stati Uniti restano un rifugio” grazie alla loro prosperità, allo Stato di diritto e alla loro forza economica e militare, ma la preminenza economica dell’America “potrebbe essere minacciata dal tentativo del Presidente di rimodellare il commercio globale”.
Secondo il numero uno della banca newyorkese, una delle voci più autorevoli del mondo finanziario americano, “l’incertezza sta mettendo un po’ in discussione tutto questo. Quindi se ne parlerà senza sosta fino a quando, si spera, questi dazi e queste guerre commerciali non si calmeranno e non spariranno, in modo che la gente possa dire: posso contare sull’America”. Dimon ha anche esortato gli Stati Uniti e la Cina a impegnarsi reciprocamente: “Non credo che ci sia un impegno in questo momento. Non è necessario aspettare un anno, il dialogo potrebbe iniziare domani”, ha detto, sottolineando che “dovremmo essere chiari su ciò che stiamo cercando di ottenere e penso anche che dovremmo farlo parlando con gli alleati. Vorrei che negoziassimo con l’Europa, con il Regno Unito, con il Giappone, la Corea, l’Australia, le Filippine e avere una relazione economica molto forte”.