«Mentre giravo con la mia famiglia per Roma ho visto che è stata costruita da persone che amano gli esseri umani e Dio». Il paesaggio che si è offerto a JD Vance, appena sbarcato a Ciampino, dal finestrino oscurato dell’auto che lo ha portato nel centro della capitale già rimandava il senso della sua visita, tra la politica degli esseri umani e le celebrazioni religiose. La second family è scesa dalla scaletta dell’Air Force Two di primo mattino venerdì 18 aprile, in tenuta da vacanza nonostante il tempo non del tutto primaverile: calzoncini e maglietta a maniche corte per i bambini, Ewan e Vivek di 7 e 4 anni, un vestitino a fiori per la piccola Mirabel, 3 anni, in braccio a papà – solo lui in un formale abito blu -, e la mamma Usha in gonna lunga e giacca total white. Una visita italiana che si conclude nella domenica di Pasqua dopo che il giorno precedente Vance aveva incontrato il cardinale Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Non ha visto invece Papa Francesco: l’incontro non era mai stato ufficialmente annunciato né dalla Casa Bianca né dalla Santa Sede. Ma fino all’ultimo era trapelata l’indiscrezione di un possibile saluto con il Pontefice, che poi non si è realizzato.
L’incontro a Palazzo Chigi
Venerdì subito dopo alcuni incontri a Villa Taverna, la residenza dell’ambasciatore americano a Roma, il lungo corteo di auto e van scuri del vicepresidente degli Stati Uniti era arrivato a Palazzo Chigi per l’incontro con Giorgia Meloni, a meno di 24 ore da quello alla Casa Bianca. «Mi sei mancato», ha detto la premier scherzando e ricevendolo con tutti gli onori del caso, inni nazionali e picchetto d’onore della Marina militare. «Sono orgogliosa che tu abbia deciso di trascorrere la Pasqua qui a Roma. Speriamo che ti possa godere questo periodo», ha aggiunto Meloni prima del faccia a faccia istituzionale e il pranzo allargato ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Archiviati gli impegni politici, Vance aveva raggiunto la famiglia per recarsi insieme a San Pietro per i riti del Venerdì Santo.
Le polemiche tra il vice di Trump e la Chiesa
Il vicepresidente è un fervente cattolico, convertitosi nel 2019 all’età di 35 anni, mentre Usha, figlia di immigrati dall’Andhra Pradesh, continua a praticare la fede indù dei genitori. Tuttavia da quando il marito ha abbracciato il cattolicesimo, ogni domenica lo accompagna a messa. La giornata di venerdì è poi continuata all’insegna del turismo, tra la visita a Castel Sant’Angelo e una cena nella Roma by night, seppure tra le dovute e strettissime misure di sicurezza.
Sabato, vigilia di Pasqua, invece, Vance è stato ricevuto dal segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin. Un incontro che si è svolto poche ore prima dell’annuncio da parte di Putin della tregua di Pasqua, in un clima molto cordiale e nel corso del quale, probabilmente, si è cercato di gettare le basi per trovare un punto di incontro sulla delicata questione della gestione dei migranti. Il vicepresidente è arrivato per un confronto in Vaticano dopo la lettera del Papa, dello scorso 11 febbraio, a tutti i vescovi degli Stati Uniti. Una sorta di “chiamata alle armi” contro le politiche migratorie decise da Trump. «Non cedete a narrazioni che discriminano e creano sofferenze», chiedeva il Papa ai suoi vescovi, criticato a stretto giro dagli uomini della Casa Bianca. E proprio i migranti sono stati sul tavolo del confronto con Parolin, insieme alla complessa situazione internazionale costellata da conflitti, dall’Ucraina al Medio Oriente, sui quali gli Stati Uniti possono giocare un ruolo decisivo. Il Vaticano, a parte il breve comunicato, alla fine dell’incontro ha distribuito alla stampa internazionale anche le foto e in tutte trapela un clima disteso, cordiale, con grandi sorrisi. Segno forse della volontà di un dialogo.
Dal Colosseo all’affaccio sui Fori Imperiali
Il resto della giornata di sabato è stato dedicato al turismo per le vie della capitale. Smessi i panni formali dell’incontro vaticano, dove anche i piccoli erano vestiti con la giacca, la famiglia Vance ha scelto un abbigliamento più casual per visitare l’Orto Botanico a Trastevere. Una boccata d’ossigeno forse per i tre bambini che ieri erano stati visti annoiati e insofferenti nella lunga celebrazione della Passione nella basilica vaticana. Poi nel pomeriggio la visita al monumento simbolo di Roma: il Colosseo, alla quale però ha partecipato solo la second lady Usha mentre il vicepresidente Usa sarebbe rimasto a Villa Taverna, sede dell’ambasciatore statunitense in Italia. Davanti al Colosseo si è assistito a qualche protesta di alcuni turisti che, nonostante avessero acquistato il biglietto, erano stati lasciati fuori.