Si congelano sperma e ovociti da cui nasceranno i bambini delle generazioni post-conflitto. Interpretata come contromossa al declino demografico: un investimento sul domani o una necessaria operazione aritmetica per garantire una generazione a rischio. Le ragioni politiche di questa decisione si possono notare osservando i conflitti attualmente in corso. La sopravvivenza di una famiglia, nonchè di un popolo, resta un obiettivo primario. Non a caso il “baby boom” per antonomasia è avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, all’epoca non esitevano ancora tecniche e innovazioni scientifiche che potevano, come oggi, anche solo poter pensare alla conservazione del proprio seme, ma il senso di urgenza nel preservare e procreare ha sempre caratterizzato gran parte delle guerre.
Russia e Ucraina
Già dal 2022 l’Istituto Clinico di Medicina Riproduttiva di Ekaterinburg, sugli Urali, che per primo ha avuto l’idea, ha criocongelato lo sperma di decine di migliaia di giovani uomini in partenza per la guerra. L’insolito incremento si verificherebbe ogni qualvolta il Cremlino richiama alle armi nuovi uomini. Tale materiale genetico, arrivato da tutte le regioni della Russia in seguito a una direttiva sostenuta, politicamente ed economicamente, dalle autorità centrali governative, è stato conservato con la finalità di esser utilizzato in futuro, qualora necessario, per «minimizzare le perdite demografiche».
Prima dell’inizio del conflitto, le cliniche di fertilità in Ucraina erano usate moltissimo da coppie straniere. La clinica privata Ivmed a Kyev ha finora registrato un’impennata di richieste solo tra i militari ucraini. I programmi attivati finora permettono di congelare i propri ovuli gratuitamente. La cifra esatta degli uomini ucraini che hanno congelato già il loro sperma è difficile da calcolare, ma Oleksandr Mykhailovych Yuzko, medico e presidente dell’Associazione ucraina di medicina riproduttiva, ha affermato che le richieste sono in aumento nelle cliniche di tutta l’Ucraina.
L’estrazione dai soldati morti israeliani
Il tasso di fertilità in Israele è di gran lunga tra i più alti dei Paesi occidentali. Nonostante ciò, è l’unico Paese che regolamenta l’estrazione di sperma post-mortem, anche senza consenso preventivo ma semplicemente in assenza di un’obiezione esplicita e dimostrabile, facendo affidamento sul desiderio della persona morta – presunto o sottinteso – riferito da chi presenta la richiesta. Sul sito del ministero questa liberalizzazione viene esplicitamente legata all’operazione militare avviata da Israele nella Striscia di Gaza dopo l’attacco del 7 ottobre del 2023 da parte di Hamas, e denominata “Swords of Iron” (Spade di Ferro).
Le guerre in Iraq e Afghanistan
Nel timore di non ritornare vivi un gran numero di soldati britannici che partirono per l’Afghanistan si fece congelare gli spermatozoi nelle cliniche specializzate in fecondazione artificiale. Spesso erano le mogli e le fidanzate a chiederlo, così da poter mettere al mondo un figlio anche se il loro caro veniva ucciso in azione o perdeva la capacità procreativa in seguito alle ferite riportate. La stessa tendenza si riscontrò tra i soldati dispiegati in Iraq, da dove però il Regno Unito si stava progressivamente disimpegnando.