Dinamica analoga per le calzature:tradizionale piattaforma logistica delle multinazionali della moda, già a consuntivo 2023 la Svizzera presentava un forte arretramento sull’anno precedente (-47,2%), dato legato a un cambio nelle strategie distributive delle griffe, che hanno sostituito il transito negli hub elvetici con la spedizione diretta ai mercati finali.

Meglio i dati per l’Estremo Oriente, dove l’export di pelletteria è rimasto nell’insieme pressoché stabile nella prima frazione dell’anno (-0,5%) e crescite in valore hanno interessato il Giappone (+3,5%), Taiwan (+8,7%), la Thailandia (+15,6%), Singapore (+3,3%) e soprattutto Hong Kong (+29,7%, che ha ridotto sensibilmente il gap col 2019). In calo invece i due mercati principali dell’area, Cina (-4,8%) e Sud Corea (-9,4%) che occupano il 3° e 4° posto nella classifica generale dell’export. In Medio Oriente, balzo degli Emirati Arabi (+75% circa) e bene il Qatar (+12,7%).

In area americana stenta il Nord America (-0,3% in valore gli Stati Uniti e -9,5% il Canada) benché, grazie agli ottimi risultati conseguiti nel 2022, il raffronto coi livelli 2019 ponga i valori attuali di oltre l’85% al di sopra di allora. Anche per questo, probabilmente, gli Stati Uniti sono stati indicati dai pellettieri partecipanti all’indagine come il mercato più interessante/promettente nell’attuale difficile fase congiunturale (sono stati nominati da ben il 57% dei rispondenti).

Dal punto di vista merceologico, riduzioni superiori al 10% hanno interessato le due principali voci merceologiche, ovvero le borse (che coprono oltre il 70% delle vendite estere in valore), scese del 12,2% rispetto ai primi tre mesi del 2023, e la piccola pelletteria (vale a dire portafogli, borsellini, portachiavi e oggetti da tasca o borsetta) che evidenzia un -16,3%. Tra le restanti tipologie, perdono terreno anche le cinture, -12,7%, mentre appaiono stabili le valigie e gli articoli da viaggio (+0,2%).

Sul fronte interno, l’indice Istat del valore delle vendite del commercio al dettaglio in Italia (riferito a “pelletteria + calzature”) mostra nei primi tre mesi 2024 un debole aumento (+1,4%), che lascia comunque i livelli attuali ancora al di sotto dell’1,3% di quelli (già largamente insoddisfacenti perché segnati da una continua lenta erosione negli anni precedenti) dello stesso periodo 2019 pre-pandemia.

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