Un’azienda leader in Italia, una proprietà familiare alla prova del passaggio generazionale, tre manager amici da trent’anni che decidono di rilevarla per non disperderne identità e know-how. È il perimetro dell’operazione di management buyout annunciata ieri per Paresa, storica società di Cesena specializzata in impianti per lo stoccaggio di idrocarburi e serbatoi a pressione. I dirigenti Raffaele Cedioli (direttore generale), Enrico Sozzi (direttore commerciale) e Dante Ravaioli (direttore finanziario) – tutti ingegneri classe 1966, compagni di studi all’Università di Bologna e amici da sempre – hanno acquisito con quote paritetiche il 100% del capitale da Alberto Palladino e dai figli Marco e Lorenza, fuoriusciti del tutto dall’azionariato e anche dalla gestione.
Fondata nel 1978 da Palladino insieme a Reali e Sabbatini, Paresa – acronimo dei tre soci originari, ma da vent’anni Palladino è solo al timone – è cresciuta un passo alla volta, da ditta di manutenzione a fabbrica di serbatoi fino a diventare un partner internazionale di tutti i nomi più noti dell’oil&gas. «Abbiamo sempre vissuto questa azienda come casa nostra, sentendoci fin dall’inizio parte della squadra e della visione imprenditoriale. E quando abbiamo colto la volontà del presidente di passare la mano, ci siamo fatti avanti – spiega Cedioli, che già dal 2019 siede con i due amici in Cda -. Non per ambizione personale, ma per senso di responsabilità verso un’organizzazione in cui crediamo e come naturale conseguenza di una vita professionale spesa qui che non doveva interrompersi».
Oggi Paresa conta 450 dipendenti, di cui una novantina nello stabilimento produttivo di Mercato Saraceno, in provincia di Forlì-Cesena, con officina meccanica e area sabbiatura, e circa 50 tra uffici tecnici e amministrativi nella sede centrale di Cesena. Il resto è distribuito tra i numerosi cantieri attivi sul territorio nazionale e all’estero, in particolare in Nord Africa e Medio Oriente. Nel 2024 l’azienda ha chiuso con 85 milioni di euro di valore della produzione, 9 milioni di Ebitda e una posizione finanziaria netta a zero. Per l’anno in corso è previsto un balzo a quota 100 milioni, grazie a commesse estere rilevanti, «e il portafoglio ordini ci consente di guardare con la stessa fiducia anche al 2026, un fattore importante per alleggerire il peso della scelta fatta di passare da lavoratori dipendenti a imprenditori», precisa il dg.
Paresa si è specializzata nella progettazione e realizzazione su commessa di grandi impianti per lo stoccaggio di idrocarburi liquidi e gassosi, incluse le sfere in acciaio per gas liquido compresso fino a 40 bar. Ha realizzato, tra gli altri, l’impianto Tempa Rossa in Basilicata ed è attualmente impegnata nello sviluppo di tecnologie per lo stoccaggio dell’idrogeno sotto forma liquida o di ammoniaca criogenica. «Il settore oil&gas non è affatto finito, sta solo evolvendo. E noi ci stiamo preparando, anche su saldature speciali e standard tecnologici richiesti dai nuovi vettori energetici», sottolinea Cedioli.
L’operazione di MBO – sostenuta finanziariamente da un pool guidato da RomagnaBanca e Cassa Centrale Banca – evita qualsiasi discontinuità operativa e permette di preservare un patrimonio aziendale radicato nel territorio: i tre manager manterranno le rispettive deleghe (operativa, commerciale e finanziaria), ciascuno con una quota paritetica del 33,33%: «Abbiamo ruoli complementari e un rapporto di fiducia maturato in trent’anni di lavoro insieme e siamo amici da sempre anche dopo aver chiuso la porta dell’azienda», aggiunge il direttore generale.