Eurostat ritiene che il Superbonus maturato dopo l’adozione della riforma contenuta nel dl di marzo e convertita in legge a maggio, debba «essere registrato nei conti pubblici come credito d’imposta non pagabile nel 2024», salvo per le eccezioni previste dalla legge. Lo si legge nel parere inviato all’Istat sulla contabilizzazione dei crediti. Confermata invece la classificazione come “credito di imposta dovuto” per il Superbonus attivato negli anni 2020-2023. Si deduce quindi che dall’adozione delle ultime norme, l’effetto del Superbonus sul deficit sarà spalmato negli anni, come previsto dal governo.

Share.
Exit mobile version