Sei milioni di investimenti per un ampliamento dell’area produttiva di Paglieri, azienda piemontese, della provincia di Alessandria, che punta a consolidare la sua presenza sul territorio e scommette su un mercato attento alla qualità e alla sostenibilità, forte di una storia importante nel settore dei prodotti per l’igiene – cura del corpo, del bucato e della casa.
Il piano triennale
L’impianto appena inaugurato rientra nel piano di investimenti più ampio che il Gruppo Paglieri ha previsto per il periodo 2024–2027, per oltre 50 milioni di euro destinati a progetti di crescita, innovazione e sostenibilità. «La scelta di investire per allargare la zona produttiva – spiega Debora Paglieri ceo dell’azienda accanto a Fabio Rossello – nasce dalla volontà di trasferire all’interno e controllare una serie di processi produttivi prima affidati in conto terzi, per garantire il massimo della qualità».
Il tema della sostenibilità è al centro del piano di sviluppo e consolidamento di Paglieri che due anni fa ha acquisito uno stabilimento vicino dove si producono flaconi e imballaggi. «Abbiamo così ottimizzato tempi e spostamenti riducendo l’impatto ambientale» evidenzia Debora Paglieri. «Vogliamo portare avanti la tradizione di un Made in Italy capace di puntare all’eccellenza in tutti i settori, tanto che i nostri standard si avvicinano a quelli della famaceutica» sottolinea Rossello.
L’investimento ha interessato una superficie di circa 500 metri quadri caratterizzata da impianti ad altissima tecnologia grazie ai quali Paglieri incrementa la propria capacità produttiva a 280mila chili al giorno. L’anno scorso l’azienda ha assunto 37 nuovi profili, tra questi alcuni inserimenti strategici nel settore Legal e Human Resources, e quest’anno conta di crescere ancora rispetto agli attuali 250 dipendenti.
I nodi del territorio
Lo stabilimento Paglieri si trova nel Sud del Piemonte, al confine con la Lombardia, in un’area che conta molte problematiche, dal rischio idrogeologico alla carenza di infrastrutture, a cominciare da quelle energetiche. «Abbiamo ragionato sul fatto che questo distretto industriale rischia di essere dimenticato. Se c’è un Mezzogiorno del Nord, allora la politica deve farsi carico di investire per sostenere le imprese» ribadisce Rossello. Il piano triennale spiega il ceo porterà l’azienda a raggiungere il massimo dell’espansione possibile, «poi si questo territorio non potremo fare altri interventi e, se sarà necessario, dovremo aprire insediamenti in altre aree» evidenzia Rossello con amarezza.