Come Italia sul fronte dell’export «abbiamo la capacità e la possibilità di crescere e, per questo, il 27 maggio presenteremo una piattaforma, durante la nostra assemblea a Bologna, dove al centro metteremo un piano» dedicato alle esportazioni, visto che «abbiamo la capacità di raggiungere nuovi mercati nell’immediato per ulteriori 80 miliardi». Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenendo alla settima edizione del Sustainable Economy Forum, organizzato dall’associazione di Viale dell’Astronomia e dalla Comunità San Patrignano.
Orsini: parlare di dazi per noi è un problema
Le sfide, prosegue, «sono tante, sia all’interno dell’Italia che in Europa» ma «il problema più importante in questo momento è l’incertezza, servono idee chiare». Da questo punto di vista, anche l’Unione europea «deve prendere coraggio perché noi crediamo nell’Europa» affinché «capisca che in passato sono state fatte scelte dure verso l’industria, mentre oggi dobbiamo rimetterla al centro». Di certo, «in un mondo interconnesso come il nostro, oggi parlare di dazi e di chiusure per noi è un problema».
Ue trovi subito nuovi mercati, rimandare è follia
Davanti al tema dei dazi, «serve che l’Europa sia rapida. Non è possibile che, se qualche mercato si chiude, noi non ne apriamo altri» ha aggiunto Orsini. Per questo è necessario che l’Ue «agisca in maniera rapida». Tra gli esempi, «ci sembra una follia che il voto sul Mercosur» possa essere a fine 2025, o ulteriormente slittare, perché «se si chiude qualche mercato dobbiamo aprirne altri».
Serve piano industriale italiano ed europeo
Per affrontare la difficile congiuntura economica «serve avere una visione: quello che stiamo chiedendo al governo oggi è di avere un piano industriale del Paese, da trasmettere poi in un piano industriale europeo». È questa la richiesta avanzata dal presidente di Confindustria. Solo in questo modo «riusciamo a costruire e dare coraggio ai nostri imprenditori che sono pronti a investire». Per Orsini, però, dobbiamo avere «la voglia e la capacità di dimostrare ai nostri imprenditori e ai Paesi che comunque l’industria torna al centro, penso ai temi dell’Ets, delle emissioni di carbonio, che è un tema che sta colpendo l’acciaio, sta colpendo la ceramica, sta colpendo ovviamente i trasporti anche marittimi». «Ovvio che in tutto questo Confindustria farà la sua parte, ma noi abbiamo bisogno di tutti per portare avanti le nostre necessità e le necessità dell’impresa»