«Visto che i detenuti stranieri rappresentano la metà dei detenuti, sarebbe opportuno far scontare la pena agli stranieri nei loro Paesi di origine, e già avremmo risolto gran parte di questo problema». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo a tutto campo al Taobuk, il Taormina book festival. Il sovraffollamento delle carceri è il risultato di una sedimentazione pluridecennale, non è di soluzione immediata, ha argomentato, escludendo «l’indulto che è una resa dello Stato»: «Piuttosto penso a pene alternative, forme di espiazione della pena in comunità poiché i tossicodipendenti sono degli ammalati più che dei criminali».

Sulla separazione delle carriere «basta litanie petulanti»

Sul ddl giustizia che prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere, il ministro ha detto di essere «aperto al dialogo»: «Le modifiche possono intervenire in senso migliorativo, ma sempre nel parametro che ci è stato affidato dagli elettori che ci hanno dato il compito di riformare il Csm, di separare le carriere dei magistrati. Ed è quello che noi facciamo, perché in democrazia la parola spetta agli elettori e attraverso il Parlamento che ne è espressione». Quindi sì al dialogo con Anm, «che è già iniziato e auspico che continui nell’ambito del reciproco parametro di funzioni», ma basta «litanie petulanti» sull’intenzione di sottoporre il pm al potere esecutivo: «Non accetto che si sospetti una sorta di intenzione punitiva della magistratura». Perché «in tutti i paesi anglosassoni le carriere sono separate», e l’interscambiabilità che c’è da noi tra gudici e Pm «è considerata una follia».

Concorsi per risolvere i problemi di organico

«Manca – avverte Nordio – il 15 percento di magistrati. Per la prima volta dalla costituzione della Repubblica entro il 2026 riempiremo l’organico facendo i concorsi. Il problema è che le procedure sono lunghe. I soldi li abbiamo. Con questi concorsi prenderemo 400 magistrati».

La riforma del Csm e le correnti

La vera riforma della giustizia – afferma il ministro – starà nella modifica della composizione del Csm: «Ed è quello che preoccupa alcuni membri dell’Anm. Parliamoci chiaro, tutti sanno che il Csm sta alle correnti dei magistrati come il Parlamento sta ai partiti, correnti determinanti per le elezioni dei membri del Csm e poiché riflettono le volontà degli elettori, voi è un rapporto tra elettri ed eletti che poi si traduce in degenerazioni correntizie».

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