Dopo il granchio blu, nell’alto Adriatico è scattata l’allerta mucillagine. Lo rende noto Confcooperative Fedagripesca, che insieme alle altre sigle del movimento cooperativo ha deciso di fare una segnalazione sia al ministero dell’Agricoltura che alle Regioni interessate dal fenomeno. «Non siamo ancora in emergenza, ma ci sono segnali preoccupanti che ci arrivano dai nostri pescatori del Veneto, del Friuli e dell’Emilia Romagna – scrive in una nota Fedagripesca – a questo fenomeno nell’alto Adriatico siamo purtroppo abituati, ma quest’anno la consistenza sembra essere più importante, tanto da minacciare seriamente il regolare svolgimento delle attività di pesca».

Il fenomeno è più presente a largo delle coste di Caorle, sulle tegnùe di fronte al litorale di Chioggia e nel Parco marino di Trieste. La mucillagine è presente sia in sospensione che sul fondo. I monitoraggi dell’Arpav, l’agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto, confermano l’allarme dei pescatori: di fronte al Po di Pila è stata rilevata una striscia di mucillagine perpendicolare alla linea di costa di circa 2 metri di larghezza e lunga circa 500 metri, accumulata lungo il fronte di corrente, mentre nei restanti litorali sono state rilevate chiazze sparse. Anche le riprese con la telecamera subacquea lungo la colonna d’acqua hanno rilevato in tutte le stazioni la presenza di aggregati mucillaginosi. Secondo gli esperti dell’agenzia, la colpa sarebbe delle abbondanti piogge di questo ultimo periodo, che attraverso i fiumi hanno arricchito di nutrienti il mare: sommate alle alte temperature, hanno probabilmente favorito la proliferazione di fioriture di specie di fitoplancton che possono secernere sostanze di tipo mucoso.

Se il processo è del tutto naturale, i danni alla pesca ci sono lo stesso. Il fermo pesca obbligatorio scatterà il 31 luglio, ma resistere fino ad allora è una sfida per i pescatori che devono fare i conti con questa nuova minaccia. Le mucillagini possono occludere le reti, riducendo l’efficacia delle catture. Inoltre, quando il materiale si deposita sul fondale marino, può danneggiare gli organismi che non sono in grado di spostarsi, portandone al soffocamento. Grazie alla Bora, invece, la situazione sembra in miglioramento nel golfo di Trieste, dove da giorni la mucillagine aveva ricoperto ampie aree di mare e l’intero Canal grande a Trieste, lungo le Rive, e in provincia lungo la costa, come a Muggia.

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