Il ministro italiano dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha affermato il 2 ottobre che il ritiro della proposta di legge anti-coltivate presentata dall’Italia all’Unione europea “non rappresenta un passo indietro”, ma molti ipotizzano che il governo voglia evitare un probabile rifiuto da parte dell’Unione europea. Commissione.
Il 13 ottobre l’Italia ha ufficialmente ritirato la notifica del Sistema informativo di regolamentazione tecnica (TRIS) relativa a questo disegno di legge, una procedura UE volta a prevenire la creazione di barriere all’interno del mercato interno del blocco. Solo dopo un esame positivo da parte dell’UE la legge potrà entrare in vigore in Italia, ma senza di essa resterà carta straccia.
Oltre 2 milioni di persone e 3500 comuni in Italia hanno firmato una petizione per normalizzare la carne coltivata. Ma nonostante questo relativo consenso, secondo l’Associazione Coscioni, il divieto potrebbe essere considerato una violazione dell’articolo 9 della Costituzione italiana, che promuove lo sviluppo della ricerca scientifica.
Nel marzo di quest’anno, il cognato di Giorgia Meloni e ministro dell’Agricoltura ha proposto un disegno di legge per vietare gli alimenti coltivati in laboratorio in Italia, con l’obiettivo di “proteggere l’interesse nazionale, il patrimonio alimentare e la salute dei consumatori”. Il disegno di legge comprendeva misure che vietare la produzione e la vendita di quello che in Italia viene chiamato “cibo sintetico” e una multa fino a quasi 64.000 dollari.
A luglio, il Senato della Repubblica italiana ha approvato il 19 luglio il disegno di legge che impedisce la produzione e l’importazione di prodotti coltivati, mentre Lollobrigida ha dichiarato il suo orgoglio per il ruolo pionieristico dell’Italia di primo paese a vietare la commercializzazione, l’importazione e la produzione di alimenti sintetici.
Ma dopo aver notificato la sua decisione alla Commissione europea a luglio, il governo ha ripreso il testo casa.
Secondo i documenti visionati dal quotidiano italiano Il Foglio, l’atto di ritiro è avvenuto in segreto. Il motivo della richiesta sarebbe “uno studio approfondito delle questioni oggetto del disegno di legge, alla luce del dibattito parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire”.
Dopo la diffusione della notizia il Ministero dell’Agricoltura ha prontamente rettificato i suoi piani: “Rimandiamo la notifica all’Ue come già avvenuto in passato per altri provvedimenti simili. Crediamo che ciò avverrà molto rapidamente, cioè entro novembre”, ha detto Lollobrigida. La saga continua.
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