Gli italiani hanno l’età media più alta in Europa – circa 48 anni, il che indica che la popolazione del Paese sta invecchiando. A causa di questo fenomeno, il paese può trovarsi a dover affrontare una carenza di manodopera poiché anche l’età della popolazione attiva potrebbe essere minacciata.
Secondo il Centro Studi e Ricerche IDOS, l’Italia avrà bisogno di oltre 280.000 nuovi arrivi nei prossimi 27 anni per compensare il calo della popolazione in età lavorativa, che dovrebbe diminuire di 7,8 milioni di persone, SchengenVisaInfo.com rapporti.
La chiusura nei confronti dei migranti ha di fatto bloccato i percorsi di ingresso dei lavoratori negli ultimi 12 anni, provocando una carenza di manodopera nel Paese. In generale, in Italia si prevede l’ammissione di 452.000 lavoratori stranieri, di cui 136.000 nel solo 2023, mentre il numero potrà salire a 151.000 l’anno successivo e a 165.000 nel 2025.
IDOS ha inoltre osservato che il governo il mese scorso ha approvato un nuovo documento di programmazione per l’ingresso legale dei lavoratori stranieri tra il 2023 e il 2025, 18 anni dopo l’approvazione dell’ultimo programma triennale nel 2004.
Secondo lo stesso, la misura, voluta dai datori di lavoro, è stata migliorata a causa della grave carenza di manodopera degli ultimi 12 anni da parte dei datori di lavoro, e il fabbisogno dell’economia è rimasto intorno a 833.000 lavoratori per lo stesso triennio. Più nel dettaglio, 274.800 per il 2023, 277.600 per il 2024 e 280.600 per il 2025.
La normativa vigente stabilisce le regole per i lavoratori stranieri che devono essere assunti mentre vivono all’estero. Tre lavoratori stranieri su quattro in Italia sono assunti da piccole e medie imprese, spesso imprese familiari, il che indica che per assumere qualcuno è necessario un rapporto di fiducia.
Nel 2002, la legge Bossi-Fini ha sospeso i permessi di ingresso per chi cerca lavoro, grazie ai quali un immigrato poteva restare legalmente nel Paese per un anno. Ciò ha portato all’utilizzo di quote di ingresso per aiutare i migranti già occupati in Italia, il che ha portato a regolarizzazioni mascherate, come ha rivelato la ricerca.
Tuttavia, la qualità della vita dei lavoratori migranti in Italia può essere migliorata poiché i lavoratori stranieri spesso svolgono lavori instabili, faticosi e sottopagati che sono anche pericolosi per la loro salute. Quasi due lavoratori stranieri su tre sono poco qualificati, il doppio della percentuale degli italiani. Questo tipo di occupazione si riflette anche in salari inferiori di circa un quarto rispetto alla media nazionale.