Il primo ministro italiano Giorgia Meloni partecipa al vertice della Comunità politica europea a Granada, Spagna, il 5 ottobre 2023. REUTERS/Juan Medina/file Photo Acquisizione dei diritti di licenza
ROMA, 30 ottobre (Reuters) – Il primo ministro italiano Giorgia Meloni e i massimi ministri hanno sostenuto lunedì una proposta di riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del primo ministro, nel tentativo di porre fine all’instabilità politica cronica del paese.
La Meloni ha fatto della riforma costituzionale un asse politico chiave della sua coalizione di destra dopo aver vinto il potere nel settembre dello scorso anno.
L’Italia ha avuto quasi 70 governi dalla Seconda Guerra Mondiale, più del doppio del numero di Gran Bretagna e Germania. I ripetuti tentativi di produrre un sistema più robusto, l’ultimo nel 2016, sono sempre falliti in mezzo a una miriade di visioni contrastanti.
Funzionari governativi hanno affermato che, secondo la proposta di riforma, le coalizioni dovranno presentare candidati premier alle elezioni, nel tentativo di rafforzare la stabilità creando un legame più forte tra il governo e gli elettori.
Il governo intende inoltre modificare la legge elettorale per garantire che le elezioni producano maggioranze praticabili, evitando il tipo di parlamenti sospesi emerso dalle votazioni nel 2013 e nel 2018, hanno affermato due fonti a conoscenza della questione.
“Abbiamo fatto un grande passo verso la ‘riforma delle riforme’, che darà stabilità al Paese e restituirà centralità al voto popolare”, ha dichiarato in una nota il ministro delle Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Venerdì si terrà la riunione del gabinetto, dicono le fonti.
Le principali forze di opposizione di sinistra, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico (PD), hanno affermato che si opporranno ai piani di riforma perché mettono in pericolo i pesi e i contrappesi della costituzione del 1948, redatta dopo la dittatura di Benito Mussolini.
Altri gruppi di opposizione sono apparsi più disposti a collaborare.
Matteo Renzi, che si è dimesso dalla carica di premier dopo la fallita riforma del 2016, ha detto che il suo piccolo partito centrista Italia Viva sarebbe pronto a sostenere l’elezione diretta del primo ministro.
Nel sistema attuale i partiti di sinistra e di destra tengono colloqui per formare un governo ogni volta che nessuna parte può rivendicare la maggioranza in entrambe le camere del parlamento. Il primo ministro non deve necessariamente essere un politico eletto.
Qualsiasi modifica alla Costituzione deve garantire una maggioranza di due terzi in entrambi i rami del parlamento, cosa difficile da immaginare data la natura frammentata della politica italiana. In caso contrario, potrà essere approvato tramite referendum.
Segnalazione di Angelo Amante; montaggio di Gavin Jones e Jonathan Oatis
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