Fino a qualche decennio anno fa era considerato un frutto residuale, addirittura respingente a causa di quelle spine che ne ricoprono la buccia. Ma non da tutti visto che i contadini siciliani lo hanno sempre apprezzato. Così il fico d’India era un po’ simbolo della Sicilia ma senza alcun successo tra i consumatori, nonostante la sua bontà e, come vedremo, le sue grandi qualità tanto da farlo definire «un centro benessere con le radici». Si racconta, per esempio, che la pala di fico d’India abbia una grande capacità cicatrizzante e che possa essere utilizzata sulle ferite. Ma non c’è solo questo ovviamente.
Ed è proprio puntando su questo frutto e sulla pianta (che ha un suo grande valore) che il piccolo centro di San Cono, poco più di 2.400 abitanti in provincia di Catania, ha costruito una filiera agricola. Il primo passo per la valorizzazione di questo prodotto è stato il riconoscimento della Denominazione di origine protetta: «Abbiamo avviato l’iter nel 2003 e finalmente è arrivato il riconoscimento nel 2012 – racconta l’agronomo Cataldo Firrarello – ed è stato certamente un grande passo avanti». Anche se è complicato trovare prodotto certificato Dop: la via d’uscita, spiegano da queste parti, è la certificazione di aziende qualificate a farlo.
Tre province coinvolte
Con i suoi 2.000 ettari di superficie coltivata specializzata e una produzione annua che oscilla tra i 150.000 e i 200.000 quintali, San Cono detiene un primato che lo proietta al primo posto in Europa nella produzione del ficodindia: nei periodi di punta del raccolto questo comparto dà lavoro, secondo stime, a un migliaio di persone senza contare l’indotto (trasporti, ecc.). L’areale della Dop, che comprende anche i territori di San Michele di Ganzaria (in provincia di Catania), Piazza Armerina (Enna) e Mazzarino (Caltanissetta), Mirabella Imbaccari (in provincia di Catania) da solo rappresenta circa il 60% della superficie coltivata specializzata dell’intera Sicilia, confermandosi come il più esteso e importante polo europeo del settore. Sono quasi 400 i produttori coinvolti nella filiera, che beneficia oggi di un prezzo medio di 1,20 euro al chilogrammo, con la prospettiva di raggiungere 1,60–1,80 euro al chilogrammo. Con un fatturato annuo che, secondo alcune stime oggi si assesta poco oltre i 24 milioni e che in prospettiva può crescere fino ai 35 milioni ipotizzando di arrivare a un prezzo di 1,80 euro al chilogrammo. Considerando solo la sola commercializzazione del frutto. Anche se altri stimano che attualmente, il frutto alla pianta, non generi più di 20 milioni complessivamente: 0,50 euro al chilo. Il sindaco di San Cono Nuccio Calaciura, che è anche commercialista, è tra gli ottimisti: «Il prodotto sta crescendo – dice – e sta crescendo anche la commercializzazione delle pale. Dobbiamo lavorare in questa direzione».
La Regione: puntiamo a nuovi spazi commerciali
«Il fico d’India di San Cono rappresenta una vera e propria eccellenza del made in Sicily – dice l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino -. Un frutto dalle incredibili proprietà nutraceutiche, simbolo del nostro territorio che sta conoscendo un grande successo presso i mercati stranieri, una tendenza che intendiamo rafforzare con investimenti mirati alla conquista di nuovi spazi commerciali».
A San Cono un laboratorio di innovazione
Un ragionamento di prospettiva che è stato affrontato ancora una volta nel corso della sagra dedicata al fico d’India che è in corso a San Cono. Si chiama sagra, come vuole la tradizione che risale a 39 anni fa, ma ormai è qualcosa di più e di diverso: da queste parti la produzione intensiva dei fichidindia è cominciata subito dopo la Seconda guerra mondiale fino a diventare l’attività economica di punta e quella che era sagra è ormai un appuntamento anche commerciale rilevante, oltre che di progettazione e programmazione. Una manifestazione cresciuta nel tempo, come sottolinea Emilio Grassenio, assessore all’Agricoltura e spettacoli del Comune di San Cono: «Negli ultimi tre anni abbiamo reso la Sagra del fico d’India un laboratorio di innovazione: San Cono oggi ospita le migliori realtà agroalimentari italiane, proiettandosi in un futuro di crescita che unisce tradizione, ricerca e valorizzazione del territorio».








