Israele piange la scomparsa di Stanley Fischer, a lungo figura di spicco dell’economia globale e governatore della Banca d’Israele. Fischer si è spento ieri all’età di 81 anni negli Stati Uniti, dopo una lunga malattia.
Ricordando l’economista scomparso il presidente israeliano Isaac Herzog lo ha definito «un grande governatore della Banca d’Israele», ma anche «un professionista di fama mondiale, schietto, dal cuore d’oro. Amava la pace e la perseguiva. Un buon amico che ricorderemo per sempre».
Nato nel 1943 nella Rhodesia Settentrionale (oggi Zambia), Fischer ha conseguito la laurea presso la London School of Economics e in seguito un dottorato di ricerca al MIT nel 1969. Dopo avere ottenuto la cittadinanza americana nel 1976, aveva acquisito anche quella israeliana nel 2005. La carriera di Fischer si è mossa tra il mondo accademico, le istituzioni finanziarie internazionali e le banche centrali. Dopo avere insegnato al MIT è stato capo economista della Banca Mondiale e vicedirettore generale del Fondo Monetario Internazionale.
Come inviato del FMI in Israele negli anni ’80, contribuì alla stesura del piano di stabilizzazione dell’economia israeliana del 1985. Nel 2005, il Primo Ministro Ariel Sharon e il ministro delle Finanze Benjamin Netanyahu lo nominarono Governatore della Banca d’Israele. Il suo mandato di otto anni fu caratterizzato da stabilità e resilienza, in particolare durante la crisi finanziaria globale del 2008, portando l’International Institute for Management Development a classificare la Banca d’Israele al primo posto tra le banche centrali nel 2010.
Nello stesso anno, Euromoney lo ha nominato “Governatore dell’Anno”. Fischer si è ritirato dalla Banca d’Israele nel 2013 ed è stato successivamente nominato vicepresidente della Federal Reserve, carica che ha ricoperto dal 2014 al 2017.