Morto l’imprenditore vicentino Stefano Dolcetta

E’ morto all’ospedale di Belluno, dove era ricoverato dal 10 agosto scorso per le gravi conseguenze di una caduta accidentale mentre si trovava al golf club di Cortina D’Ampezzo, Stefano Dolcetta, imprenditore vicentino: aveva 76 anni.

La carriera

Stefano Dolcetta era nato il 16 febbraio 1949 a Vicenza. È stato amministratore delegato di Fiamm, azienda di famiglia fondata nel 1942 a Montecchio Maggiore, Vicenza, nel settore della produzione di batterie e avvisatori acustici. Laureato in Economia e commercio all’università di Verona e con un master al Cuoa, era entrato in azienda seguendo lo sviluppo commerciale e dal 1975 aveva intrapreso una esperienza internazionale in Brasile e in Messico, dove aveva seguito l’avvio della produzione di avvisatori acustici.

A fine anni Settanta, rientrato in Italia, aveva guidato il processo di internazionalizzazione in Francia, Germania, Spagna e Usa, dove aveva aperto uno stabilimento e stipulato contratti di fornitura con Ford e General Motors. Nel 1966 anche Ferrari aveva scelto batterie Fiamm per il modello “Dino”.

Stefano Dolcetta aveva lasciato Fiamm nel 1997 per fondare Dicra Spa nel settore elettronica di consumo, poi, nel 2007, in rientro in azienda come amministratore delegato per un piano di ristrutturazione che porterà Fiamm a riguadagnare la leadership del mercato con 3.300 dipendenti e 10 sedi produttive nel mondo, dalla Svizzera alla Cina, dal Brasile alla Repubblica Ceca.

Negli ultimi 8 anni Fiamm ha avuto una proprietà con controllo giapponese, acquisita nel 2017 da Hitachi Group, che aveva rilevato il 51% della newco, Fiamm Energy Technology, creata con la famiglia Dolcetta, nata in seguito alla separazione dal gruppo Fiamm del business delle batterie automotive e delle batterie industriali con tecnologia al piombo. Nel 2020 Fiamm invece era entrata a far parte di un altro gruppo nipponico: Showa Denko Group, una conglomerata specializzata nei prodotti chimici per l’agricoltura e l’industria con sede a Tokyo, che aveva rilevato l’intera Hitachi Chemical e mutato la denominazione commerciale.