Albert Stotland Ruddy, co-creatore della sitcom “Gli eroi di Hogan” e poi vincitore di premi Oscar per la produzione dei film “Il Padrino” (1972) e “Million Dollar Baby” (2004), è morto all’età di 94 anni dopo una breve malattia al Ronald Reagan Ucla Medical Center di Los Angeles. L’annuncio della scomparsa, avvenuta sabato 25 maggio, è stato dato dalla famiglia tramite un addetto stampa, come ha riferito “The Hollywood Reporter”.
Al Ruddy, come era conosciuto, accreditato anche come sceneggiatore del telefilm “Walker, Texas Ranger”, sulla scia de “Il Padrino” (1972) di Francis Ford Coppola ha prodotto un altro successo al botteghino con “Quella ultima sporca meta” (1974) di Robert Aldrich, il film di football ambientato in una prigione e interpretato da Burt Reynolds. I due si sono poi riuniti per i film d’azione “La corsa più pazza d’America” (1981) e il suo sequel del 1984, entrambi diretti dallo stuntman Hal Needham.
Ruddy ha prodotto anche film come “Bad Girls” (1994), il primo western con tutte le protagoniste femminili (Madeleine Stowe, Mary Stuart Masterson, Andie MacDowell e Drew Barrymore); la commedia sul baseball “Un colpo da campion” (1994), con Albert Brooks e Brendan Fraser; e “Matilda” (1978), una commedia con Elliott Gould e un canguro che praticava la boxe, sceneggiata anche dallo stesso Ruddy.
All’inizio degli anni Sessanta, il regista Brian Hutton presentò a Ruddy l’attore Bernard Fein. I due pensarono a una sitcom su dei prigionieri che superano in astuzia il direttore del carcere e sono in grado di lasciare la prigione a loro piacimento, ma gli sceneggiatori non trovarono acquirenti. Tuttavia, quando vennero a sapere che la rete americana Nbc stava lavorando a una commedia ambientata in un avamposto di prigionieri di guerra italiani, cambiarono l’ambientazione del loro telefilm in un campo di prigionia tedesco, e la Cbs e la Bing Crosby Productions si misero d’accordo. La serie “Gli eroi di Hogan”, interpretata da Bob Crane, debuttò nel settembre 1965 e andò in onda per sei stagioni.
Fu Robert Evans della Paramount nel 1970 ad assumere Ruddy come produttore. A lui affidarono il ruolo di produttore principale per “Il Padrino” (1972), un progetto di grande valore basato sul romanzo di Mario Puzo del 1969. Fu una decisione di Ruddy e del regista Francis Ford Coppola quella di rivolgersi a Marlon Brando per il ruolo di Don Vito Corleone, e il produttore negoziò con la Lega italo-americana per i diritti civili che portò all’accordo che le parole “mafia” e “cosa nostra” non sarebbero state pronunciate nel film.
Albert S. Ruddy sul set del film Il Padrino, 1972
Al Pacino, che ha interpretato Michael Corleone nel film per la prima delle sue nove nomination agli Oscar in carriera, ha dichiarato in un comunicato che Ruddy è stato “assolutamente meraviglioso con me per tutto il tempo del ‘Padrino’; anche quando non mi volevano, lui mi voleva. Mi ha dato il dono dell’incoraggiamento quando ne avevo più bisogno, e non lo dimenticherò mai”. Il 27 marzo 1973, al Dorothy Chandler Pavilion, Ruddy salì sul palco per accettare l’Oscar per il miglior film. “Il sogno americano e ciò che tutti noi vogliamo, almeno per me, è rappresentato da questo (sorreggere l’Oscar) – disse – È lì per tutti se vogliamo lavorare, sognare e cercare di ottenerlo”. Clint Eastwood consegnò a Ruddy la statuetta e anni dopo Ruddy offrì a Eastwood l’opportunità di dirigere e interpretare l’allenatore nel film sulla boxe “Million Dollar Baby” (2004), a sua volta premiato con l’Oscar.
La storia della rocambolesca produzione del film, la cui uscita fu addirittura osteggiata dalla mafia, è al centro della serie tv “The Offer” prodotta dalla Paramount.
Albert S. Ruddy parla sul palco durante l’ottava cena di gala e di beneficenza annuale degli Australians In Film Awards all’InterContinental Los Angeles Century City il 23 ottobre 2019 a Los Angeles