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Russia, arrestato reporter WSJ. Casa Bianca: ‘Inaccettabile’

Marzo 30, 2023
nel Mondo
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Secondo un comunicato dei servizi d’intelligence interni Fsb il reporter Evan Gershkovich “su istruzione degli Stati Uniti, stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso militare-industriale russo, che rappresentano un segreto di Stato”. Rischia fino a 20 anni di reclusione. Casa Bianca: “Accuse ridicole. Inaccettabile prendere di mira cittadini Usa”

La Corte di Lefortovo a Mosca ha tramutato in arresto lo stato di fermo del giornalista americano del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. Lo stato di arresto durerà almeno due mesi, fino al 29 maggio. Il 32enne era stato fermato a Ekaterinburg, in Russia, con l’accusa di spionaggio che sulla base dell’articolo 276 del Codice penale prevede condanne fino a 20 anni di reclusione. Gershkovich, riporta la Tass, in tribunale si è dichiarato non colpevole. Mentre il Wsj chiede l’immediato rilascio del giornalista, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha espresso la condanna “nei termini più duri” per “i continui tentativi del Cremlino di intimidire, reprimere e punire i giornalisti e le voci della società civile”, sottolineando che il Dipartimento di Stato è in contatto con il quotidiano Usa. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha definito “inquietante” la notizia dell’arresto di Gershkovich e “ridicole” le accuse. Ha poi detto che “è inaccettabile che il governo russo prenda di mira cittadini americani”. Tutti i cittadini americani che si trovano in Russia devono lasciare immediatamente il Paese, chiede la Casa Bianca.

Chi è Gershkovich

Il reporter, i cui genitori vivono negli Stati Uniti ma sono originari dell’ex Unione Sovietica, parla russo. Prima di essere assunto al Wall Street Journal aveva lavorato per l’agenzia Afp e per la testata russa in lingua inglese Moscow Times. Il quotidiano americano si dice “profondamente preoccupato” e chiede l’immediato rilascio del giornalista: “Il Wall Street Journal respinge con veemenza le accuse dei servizi di sicurezza russi e chiede l’immediato rilascio di Evan Gershkovich, un giornalista affidabile e coscienzioso”, ha dichiarato il giornale in un comunicato. “Siamo solidali con Evan e la sua famiglia”.

Il comunicato dell’Fsb

I servizi segreti russi “hanno fermato le attività illegali del corrispondente del Wall Street Journal, il cittadino americano Evan Gershkovich”, riporta l’agenzia Ria Novosti citando il comunicato dell’Fsb. Il giornalista è stato arrestato a Ekaterinburg ed è accusato di “spionaggio”. Secondo quanto riferito dall’intelligence russa, il reporter “su istruzione degli Stati Uniti, stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso  militare-industriale russo, che rappresentano un segreto di Stato”.

Media: “Gershkovich era stato in città dove si producono tank”

Oltre che a Ekaterinburg, Gershkovich si era recato a Nizhny Tagil, un’altra città russa dove è situato uno stabilimento dell’industria della difesa Uralvagonzavod, che produce carri armati. Lo scrive il sito indipendente Meduza citando “giornalisti occidentali che lavorano a Mosca”. Media locali della regione degli Urali citano un fixer, Yaroslav Shirshikov, che ha accompagnato il giornalista nella sua visita a Ekaterinburg. Secondo Shirshikov, Gershkovich si era recato in questa città per raccogliere informazioni sull’atteggiamento della popolazione nei confronti del conflitto in Ucraina e la compagnia militare Wagner. Richiesto per un commento da un giornalista del Daily Beast, il fondatore della Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha risposto in tono sarcastico: “Se vuoi posso controllare la stanza delle torture di casa mia per vedere se è qui, ma non mi pare di averlo visto tra le decine di giornalisti americani che tengo lì”. Ieri, scrive Meduza, si era diffusa la voce che un uomo era stato fermato dalle forze di sicurezza nel ristorante Bukowski Grill di Ekaterinburg e portato via con la testa coperta da un maglione. Secondo Shirshikov si trattava del giornalista americano.

Mosca: “Attività reporter Wsj non era giornalismo”

Quello di cui si occupava a Ekaterinburg il giornalista americano del Wall Street Journal che è stato fermato “non ha nulla a che fare con il giornalismo” ha detto sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. “Purtroppo – ha aggiunto – non è la prima volta che lo status di ‘corrispondente straniero’, il visto giornalistico e l’accreditamento vengono utilizzati da stranieri nel nostro Paese per coprire attività che non sono giornalismo. Questo non è il primo noto occidentale ad essere ‘pizzicato'”. “Non si parla di sospetti, è stato colto in flagrante”, ha aggiunto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha auspicato che gli Usa non compiano atti di rappresaglia: “Speriamo che ciò non avvenga, e non deve avvenire”.

Mosca: “Non ancora discusso possibile scambio per Gershkovich”

La questione di un possibile scambio di prigionieri con gli Usa “non è ancora stata discussa”. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov citato dalla Tass. A una domanda in proposito, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto: “Non ho alcuna informazione, non ho nulla da dire in proposito”. La domanda si riferiva a un possibile scambio con Serghei Cherkasov, un russo detenuto in Brasile e incriminato nei giorni scorsi negli Usa con l’accusa di essere un agente dei servizi d’intelligence russi.

Gershkovich è il primo giornalista Usa arrestato dalla Guerra fredda 

 Gershkovich è il primo giornalista statunitense arrestato in Russia per spionaggio dai tempi della Guerra Fredda. Nel 1986 finì in manette con un’accusa simile il reporter Nick Daniloff: “Nel mio caso, l’Fbi aveva arrestato un sovietico a New York per spionaggio e i russi arrestarono me”, ha dichiarato Daniloff alla Cnn. Aggiungendo che la negoziazione alla fine aveva garantito il suo rilascio, con una “soluzione per l’uomo che era stato arrestato a New York”. All’epoca Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti, la Russia faceva parte dell’Unione Sovietica e i rapporti erano molto tesi. Daniloff fu arrestato al termine del suo incarico per Us News and World Report, restò in prigione per settimane in isolamento prima che l’amministrazione Reagan negoziasse il suo rilascio. Parlando in una conferenza stampa dopo essere tornato in libertà nell’86, Daniloff definì la situazione “molto complessa”, sottolineando che senza il “profondo e personale interesse” del presidente Reagan per il suo caso, sarebbe rimasto in prigione per molto più tempo.

Mondo

Mandato d’arresto per Putin, cosa significa e cosa succede adesso

La Cpi, tribunale con sede all’Aja, in Olanda, ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo e Maria Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. La Russia non riconosce la Corte e non concede l’estradizione dei suoi cittadini, quindi Putin non verrà consegnato. Potrebbe però rischiare l’arresto se dovesse visitare uno dei 123 Paesi che aderiscono allo statuto di Roma. Inoltre verrà ulteriormente escluso dalla comunità internazionale

La Corte Penale Internazionale (Cpi), tribunale che ha sede all’Aja, in Olanda, ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin perché sarebbe “responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. Che cosa significa per Putin? Vuol dire che verrà arrestato?

Secondo i giudici della II Camera preliminare che hanno emesso il mandato – tra loro anche l’italiano Rosario Aitala – “vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti”

Oltre a Putin, un altro mandato di arresto è stato spiccato nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022. La Russia però ha smesso di riconoscere la Corte nel 2016 e non concede l’estradizione dei suoi cittadini, quindi è chiaro che né il presidente né la commissaria Lvova-Belova verranno consegnati al tribunale fino a quando durerà l’attuale regime russo

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