Dopo i disordini delle scorse ore, il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, è tornato a Brasilia, dove ha constatato il saccheggio del Palazzo presidenziale e della Corte suprema da parte dei sostenitori di Jair Bolsonaro. Il capo di Stato aveva trascorso il pomeriggio ad Araquara, nello stato di San Paolo, flagellato dalle alluvioni. Da qui Lula aveva detto che il suo predecessore di estrema destra ha “incoraggiato” i “vandali fascisti” ad invadere i luoghi del potere nella capitale.
Eventi “senza precedenti” nella storia del Brasile
Le riprese di Tv Globo hanno quindi mostrato Lula intento a parlare con i giudici della Corte suprema, proprio fuori dall’edificio con le finestre sfondate da coloro che ancora contestano il suo recente ritorno al potere. Il presidente ha parlato di eventi “senza precedenti nella storia del Brasile”. Sempre a Brasilia il capo dello Stato ha posto la polizia locale sotto il comando delle forze federali per assumere la sicurezza, dopo che gli agenti erano stati sopraffatti dagli attacchi dei bolsonaristi. Il ministro della Giustizia e della Pubblica sicurezza, Flavio Dino, ha intanto assicurato in conferenza stampa che i luoghi del potere sono stati completamente evacuati e che oltre 400 persone sono state arrestate.
Il ministero della Giustizia: “Situazione sotto controllo”
Sempre nelle ultime ore, il segretario esecutivo del Ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, da poco nominato da Lula a capo dell’intervento federale, ha spiegato che la situazione a Brasilia risulta “sotto controllo”. Dopo la dispersione dei manifestanti iniziata nella notte, ha quindi confermato, le operazioni riprenderanno con il mattino. “Tutto sarà debitamente indagato. I criminali continueranno a essere identificati e puniti”, ha scritto sui social. In base al decreto emanato nella notte dal capo di Stato, Cappelli, potrà adottare “tutte le misure necessarie di ordine pubblico” per porre fine alla rivolta.
A Brasilia sgombero degli accampamenti dei sostenitori di Bolsonaro
In vista delle prossime operazioni, l’esercito e la polizia militare del Distretto federale locale inizieranno lo sgombero dei manifestanti che sono ancora accampati a Brasilia. Lo riporta “O Globo”, secondo cui i dettagli dell’operazione che dovrebbe svolgersi proprio oggi sono stati discussi nella notte in un incontro con i ministri José Mucio (Difesa), Flavio Dino (Giustizia) e Rui Costa (Casa civile) insieme al comandante dell’Esercito, Julio Cesar Arruda, nel Comando Militare di Planalto.
Corte suprema rimuove il governatore di Brasilia
Tra i provvedimenti successivi agli eventi, il giudice della Corte Suprema Federale, Alexandre de Moraes, ha ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha, per un totale di 90 giorni. Lo riportano i media brasiliani. “La violenta escalation di atti criminali è circostanza che può verificarsi solo con il consenso, e anche l’effettiva partecipazione, dalle autorità competenti per la sicurezza pubblica e l’intelligence”, ha sottolineato Moraes.
Tre Stati inviano polizia militare in aiuto a Brasilia
Almeno tre Stati, intanto, hanno annunciato l’invio della polizia militare che si unirà alla Forza Nazionale nel Distretto Federale di Brasilia dopo l’attacco dei bolsonaristi al quartier generale dei Tres Poderes. Gli Stati in questione sono quelli di Bahia, Piaui e Pernambuco.