Secondo quanto detto da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, Mehdi Zare Ashkzari è morto in Iran dopo venti giorni di coma a seguito di torture. La vicesindaca della città: “Mandiamo un forte abbraccio di fratellanza e sorellanza alla comunità iraniana”
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Un uomo poco più che trentenne, Mehdi Zare Ashkzari, è morto in Iran dopo venti giorni di coma a seguito di torture: a dirlo è Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, a Editoriale Domani. In passato aveva studiato Farmacia a Bologna, dove aveva lavorato anche in una pizzeria per mantenersi durante gli studi. Il giovane sarebbe stato torturato “tanto, al punto che dopo 20 giorni di coma è morto”, secondo quanto riferito a Noury da fonti in Iran. Il giovane sarebbe stato rilasciato dopo i pestaggi per evitare si sentisse male mentre era in cella, ma subito dopo è entrato in coma.
Vicesindaca Bologna: “Abbracciamo la comunità iraniana”
Sul caso è intervenuta la vicesindaca di Bologna Emily Clancy, sul palco di piazza Nettuno per la marcia della pace: “Da Bologna mandiamo un pensiero molto forte alla famiglia di Mehdi Zare Ashkzari, torturato e morto in Iran dopo 20 giorni in coma. A tutta quella popolazione che lotta per quella libertà di donne e uomini in Iran. Mandiamo un forte abbraccio di fratellanza e sorellanza alla comunità iraniana che vedo qui”.
Docente Unibo: “Dolore e profondo sconcerto”
“Abbiamo appreso con dolore e profondo sconcerto da Amnesty International che un nostro studente iraniano, Mehdi Zare Ashkzari, che aveva studiato farmacia a Bologna, è morto a seguito di torture in Iran. Sembra fosse andato a trovare la madre in fin di vita. Esprimiamo tutta la nostra indignazione, sconcerto e dolore con lui e per tutti gli studenti iraniani che hanno perso la vita per la libertà di tutti. L’università e la città di Bologna continueranno a chiedere giustizia e l’intervento delle istituzioni”, ha detto la professoressa Rita Monticelli, intervenendo alla marcia della pace in corso a Bologna. Monticelli è coordinatrice del Master Gemma, frequentato da Patrick Zaki e delegata del sindaco ai diritti umani e al dialogo interreligioso e interculturale.
Zaki: “Unibo ha una nuova vittima libertà espressione”
“Il nuovo anno inizia con questa notizia per darci un avviso sulle violazioni dei diritti umani che si verificano nella regione di Swana e in particolare in Iran. Unibo ha ora una nuova vittima della libertà di espressione. Purtroppo, questa volta, era troppo tardi per salvarlo. Tutte le mie condoglianze alla sua famiglia e a noi per questa grande perdita”, ha detto Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Unibo arrestato in patria il 7 febbraio 2020 fino all’8 dicembre 2021 e tuttora sotto processo per reati d’opinione, commentando la notizia della morte di Mehdi Zare Ashkzari, ex studente dell’Università di Bologna che nel 2015 si iscrisse a farmacia all’Alma Mater e poi due anni fa è tornato in Iran.