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Conflitto in Sudan, intesa per una tregua di 7 giorni dal 4 maggio

Maggio 4, 2023
nel Mondo
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Il capo dell’esercito sudanese Abdel Fattah al Buran e il leader paramilitare delle Forze rapide di supporto (Rsf) Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo hanno concordato un cessate il fioco che durerà fino all’11 maggio. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri del Paese

Il ministero degli Esteri del Sud Sudan ha fatto sapere che è stato raggiunto un accordo in linea di principio su una tregua di sette giorni a partire dal 4 maggio. L’intesa è stata stipulata tra il generale a capo dell’esercito sudanese Abdel Fattah al-Burhan e il leader delle forze paramilitari di supporto rapido (RSF), il generale Mohamed Hamdan Dagalo. Lo riporta l’emittente al Arabiya citando una dichiarazione rilasciata oggi dal ministero.

Onu: “Sono 330mila gli sfollati in Sudan”

Intanto oggi l’Onu ha fatto sapere che sono oltre 330.000 gli sfollati in Sudan a causa dei combattimenti. Più di 100mila persone sono fuggite già dai combattimenti verso i Paesi vicini, ha detto durante una conferenza stampa a Ginevra la portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Olga Sarrado. Le Nazioni Unite temono un esodo di massa dal Sudan e stimano che “più di 800.000 persone” potrebbero fuggire dal Paese. Secondo l’Unhcr, la maggior parte di loro dovrebbe andare in Ciad, Egitto e Sud Sudan. “E’ molto difficile prevedere cosa accadrà. Dipenderà da ciò che accadrà in Sudan”, ha commentato Sarrado.

“Aiuti destinati al Paese finanziati solo per il 14%”

L’Onu ha anche aggiunto che il programma di aiuti destinati al Paese per quest’anno è attualmente finanziato solo per il 14% e alle agenzie umanitarie mancano 1,5 miliardi di dollari per affrontare la crisi. “L’appello congiunto di 1,75 miliardi di dollari per il Sudan nel 2024 è finanziato solo al 14%. In altre parole… abbiamo un deficit di finanziamento di 1,5 miliardi di dollari”, ha dichiarato Jens Laerke, portavoce dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, durante un briefing a Ginevra. Da parte sua, l’agenzia Onu per le migrazioni ha reso noto che 334.000 persone sono state sfollate a causa dei combattimenti tra l’esercito e i paramilitari scoppiati a metà aprile.

Oggi colpita da razzi la cattedrale cattolica di El-Obeid 

Oggi, durante i violenti scontri tra le forze dell’esercito sudanese e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces, l’agenzia vaticana Fides ha fatto sapere che è stata colpita la cattedrale Maria Regina d’Africa della diocesi di El-Obeid. Secondo padre Peter Suleiman, segretario generale della Conferenza episcopale del Sudan e del Sud Sudan (Ssscbc) il 27 aprile almeno due razzi hanno colpito la cattedrale. Il primo razzo ha colpito una parte della canonica e il secondo razzo è esploso contro il cancello principale della cattedrale, distruggendo le vetrate. “Ringraziamo Dio che il vescovo non fosse nella stanza in quel momento, perché il locale è completamente danneggiato, e l’altro razzo è esploso davanti al cancello principale della Cattedrale e ha colpito l’edificio provocando il danneggiamento dei vetri”, spiega padre Suleiman. L’attacco è avvenuto quando il vescovo di El-Obeid, mons. Yunan Tombe Trille Kuku Andali, e altri sacerdoti stavano recitando la preghiera di adorazione di fronte al Santissimo Sacramento nella Chiesa. 

Mondo

Caos Sudan, le cause e le dinamiche della guerra civile

Dal 15 aprile sono ripresi gli scontri tra l’esercito regolare e una forza paramilitare chiamata Rapid Support Force. I combattimenti nel Paese sono il risultato di una feroce lotta di potere all’interno della leadership militare

I combattimenti scoppiati nella capitale sudanese, Khartoum, e in altre parti del Paese africano sono il risultato diretto di una feroce lotta di potere all’interno della leadership militare in Sudan. Dal 15 aprile degli scontri oppongono l’esercito regolare e la Rapid Support Force, la forza paramilitare di supporto rapido (RSF). Tutto quello che c’è da sapere sulla nazione e sulla situazione conflittuale

DOV’È IL SUDAN? – Il Sudan si trova nell’Africa nord-orientale ed è uno dei Paesi più grandi del continente, con una superficie di 1,9 milioni di chilometri quadrati. È anche uno dei Paesi più poveri del mondo, con i suoi 46 milioni di persone che vivono con un reddito medio annuo di 750 dollari a testa. La popolazione del Sudan è prevalentemente musulmana e le lingue ufficiali sono l’arabo e l’inglese

CHI COMBATTE? – Dal colpo di Stato del 2021, il Sudan è governato da un consiglio di generali, guidato da due militari al centro di questa disputa. Il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo delle forze armate è a tutti gli effetti presidente del Paese. Il suo vice e leader delle RSF è il generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto come Hemedti. I due non sono d’accordo sui passi da attuare verso un governo civile. I principali punti critici sono i piani per includere 100mila uomini della forza paramilitare speciale nell’esercito e su chi poi guiderebbe la nuova forza

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