Mondo
Winnie Pooh e la censura, perché l’orsacchiotto imbarazza Xi Jinping
Secondo Pechino la mancata proiezione deriva da ‘motivi tecnici’, ma non è la prima volta che il celebre personaggio della Disney ha incontrato censure in Cina. L’orsacchiotto è stato infatti nel corso degli anni indicato come un vero e proprio sosia del leader cinese, ed è stato utlizzato come simbolo di protesta contro di lui
Winnie The Pooh torna a imbarazzare la Cina e sparisce dalle sale cinematografiche. L’orsacchiotto della Disney, spesso accostato, nelle forme, al presidente cinese Xi Jinping, non uscirà nelle sale di Hong Kong con il film horror “Winnie the Pooh: blood and honey”. La mancata proiezione sarebbe attribuita a “motivi tecnici”, ma non è la prima volta che l’orsacchiotto della Disney incontra ostacoli, in Cina
La prima volta fu nel 2013, quando Xi incontrò per la prima volta il presidente Usa, Barack Obama, negli Stati Uniti. L’immagine dei due leader che camminano fianco a fianco venne accostata a quella di Winnie the Pooh e di Tigro (più simile all’ex presidente Usa nelle fattezze) e fece il giro del web
Un paragone che fece sorridere molti, all’inizio, ma il simpatico orsacchiotto ha, in seguito, destato l’attenzione della censura per l’associazione al dissenso verso il leader cinese