Il matematico ungherese naturalizzato statunitense Peter Lax, che rivoluzionò la scienza e la tecnologia con i calcolatori, pioniere nell’adozione dei supercomputer nelle scienze applicate, è morto venerdì 16 maggio nella sua casa di Manhattan all’età di 99 anni.
La notizia della scomparsa è stata confermata dal figlio James D. Lax al “New York Times”, che ha spiegato che la causa è stata una cardiomiopatia amiloide.
Era professore emerito della New York University, dove è stato anche direttore del centro di calcolo e matematica applicata dell’Atomic Energy Commission (1964-72) e direttore del Courant institute of mathematical sciences (1972-80).
Nato a Budapest il 1° maggio 1926, Lax fu affidato in giovane età agli insegnamenti dei matematici ungheresi Rósza Péter e Dénes Kőnig. Quando la sua famiglia di origine ebraica, emigrò negli Stati Uniti (1941) per sfuggire alle persecuzioni antisemite dei nazisi, Kőnig lo segnalò a John von Neumann, che divenne il suo mentore.
Lax è stato una delle figure più influenti nel panorama della matematica applicata del XX secolo. La sua carriera ha avuto un impatto duraturo non solo nel campo della teoria matematica, ma anche nelle applicazioni pratiche in ambito scientifico e tecnologico, contribuendo in modo decisivo a risolvere i problemi tecnici della Guerra Fredda, dalla progettazione di aerei e armi alle previsioni meteorologiche.