L’Italia è l’unico Paese dell’Europa occidentale a non prevedere il matrimonio egualitario, cioè il matrimonio per le coppie delle stesso sesso in linea con il principio di eguaglianza. La legislazione italiana prevede invece un istituto separato e limitato per le unioni di coppie gay e lesbiche, noto come unione civile. Quest’ultima deve essere celebrata davanti all’ufficiale di Stato Civile – o una persona delegata – e a due testimoni. L’unione civile non va confusa con il matrimonio con rito civile, che è invece riservato alle coppie di sesso diverso.

I doveri dell’unione civile sono simili a quelli del matrimonio: l’obbligo di coabitazione, l’obbligo di assistenza morale e materiale, e il dovere di contribuire ai bisogni comuni. Sul fronte dei diritti, invece, si hanno delle differenze. Se da una parte, infatti, i partner sono coniugi a tutti gli effetti con il riconoscimento della pensione di reversibilità in caso di morte del coniuge, di successione legittima nell’eredità patrimoniale e diritto di abitare nella casa adibita a dimora della coppia unita civilmente vita natural durante, dall’altra l’unione non comporta il riconoscimento dei pieni diritti genitoriali e non consente alle coppie l’adozione di minori (si veda articolo qui accanto, ndr). Le unioni civili, infine, non prevedono il dovere di fedeltà.

A otto anni dall’approvazione della legge 76/2016, cisiddetta legge Cirinnà dal cognome della parlamentare prima firmataria, nel nostro Paese si è ancora lontani dall’introduzione del matrimonio egualitario, nonostante l’opinione pubblica sia ampiamente a favore: secondo uno studio del Pew Research Center, più del 70% degli italiani supporta l’istituzione per legge del matrimonio egualitario. Sono 30 punti in più rispetto a 12 anni fa. Non mancano per altro i disegni di legge, come quello a firma di Ivan Scalfarotto dell’ottobre 2022, che prevede dopo l’articolo 90 del codice civile: « Art. 90-bis. – Il matrimonio può essere contratto da persone di sesso diverso o dello stesso sesso con i medesimi requisiti ed effetti».

In Europa, 21 Paesi riconoscono il matrimonio egualitario e l’ultimo in ordine di tempo è la Grecia, che a febbraio 2024 ha approvato una legge presentata dal governo di centro-destra del primo ministro Kyriakos Mitsotakis.

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